domenica 25 dicembre 2016

Lunedìmmerdona

La cosa più faticosa con la quale mi cimenterò oggi sarà guardare papà montare gli albumi a neve per la crema al mascarpone e aprire e chiudere meccanicamente la bocca come Packman per far sparire una stella di pandoro in cinque morsi.
È l'ultimo lunedì dell'anno e mi fa sempre sentire piuttosto serena associare la parola "ultimo" a "lunedì". 
Mi piace proprio il suono eufonico del connubio tra i due termini.
Purtroppo il mio linguaggio non è sempre altrettanto acusticamente gradevole e amabile nei modi.
In settimana, infatti, Facebook mi ha gentilmente ricordato, che, proprio come si addice ad una signorina con velleità di principessa, il vocabolo che ho utilizzato di più sui social nel 2016 (ma ho il vago sospetto che potesse essere lo stesso del 2015, 2014, 2013...) è "merda".
Merda.
La parola che uso di più è "merda".
Non che la cosa mi renda particolarmente fiera, eppure mi riconosco la necessità di utilizzarla spesso e la difficoltà di reperire un sinonimo di cotale impatto.
E anche ora che sono nel mio lettino di bambina, con il piumino che aulisce di Coccolino e un cuscino memoryfoam, dopo un sereno e tranquillo Natale in famiglia a base di polenta e gorgonzola con la goccia, non riesco a definirlo diversamente. 
Mi viene proprio così, dal cuore.
Facebook potrà anche conteggiare le mie parole, ma giungerà sempre allo stesso risultato.
D'altronde, non è colpa mia: il lunedì sempre è -e sempre sarà- una grande e grossa merdona.

domenica 18 dicembre 2016

Siamo alle solite

Allora, Caro Babbo Natale,

Siamo alle solite.
Introduco la mia missiva chiarendo che quest'anno sono piuttosto soddisfatta.
Ovvio che le cose possono sempre andare meglio, però diciamo che non mi posso lamentare.
Dovessi stilare la lista delle cose materiali che mi piacerebbe ricevere per Natale, finirei di compilarla a marzo, quindi mi faccio bastare quello che ho.
Anche perché -diciamocelo- sono una bimba viziata e: i vestiti, le scarpe e le borse mi piacciono costosi; i gioielli mi piacciono vistosi; la tecnologia mi piace con su la mela e ne sono piuttosto fornita.
Quindi, caro il mio Babbo Natale, quest'anno va bene così.
Ribadisco il desiderio di mantenere attorno a me amici sinceri, una famiglia felice e sana, un lavoro soddisfacente e un orsetto scorbutico che però mi regala inaspettatamente tavolette grafiche in un giorno qualsiasi.
Continuo a ripeterti che desidererei, inoltre, un metabolismo a fissione nucleare, una pioggia di maki-california e l'abolizione del lunedimmerda, ma, a giudicare dagli anni passati, non vuoi proprio starmi a sentire.
Quindi cicce.
Ti auguro di passare un sereno Natale, come lo auguro a tutti i miei merdini affezionati.
Siamo alle solite, caro Babbo Natale.
Siamo alle solite e anche per te, oggi è lunedì.

Con affetto,

Vale




domenica 11 dicembre 2016

Lunedinì

Sì, ho una tavoletta grafica.
Sì, ho un bravo moroso che me l'ha regalata.
No, non ho più una vita sociale.
Sì, ho un papà super coraggioso.
Sì, vorrei anch'io essere un super eroe.
Sì, il lunedì fa schifo.
No, non sono pronta ad affrontarlo.

Mi servirebbero giusto dei super poteri...


domenica 4 dicembre 2016

IronMonday

Quale più merda delle merde è più merda se non prendere il treno il giorno prima del lunedìmmerda, quando i treni sono meno della metà e la voglia di lavorare è addirittura di meno?
Un viaggio della speranza, sul vagone bestiame, in ritardo di ottantacinque minuti, senza la coincidenza, senza aver ottenuto il rimborso, senza carta igienica nel bagno. Che era una merda.
C'ho addosso un petardo che prenderei l'amministratore delegato di Trenitalia e lo metterei sull'intercity Bolzano-Lecce. E credo che peggiore punizione non esista.
Bloccata nella fogna extraurbana della pianura veneta, tra una conceria (...che puzza di cosa? Eh? Ditemelo voi...) e una fabbrica di panettoni, ho avuto il tempo di riflettere e di meravigliarmi ancora una volta della capraggine della gente su Facebook, tra il presunto complotto riguardante la matita copiativa e un buongiornissimo-kaffèèè-condividi-se-sei-indignato!!1!
Ora sono finalmente sul divano con la mamma, e, mentre tutti attendono trepidanti (?) il risultato della tornata referendaria, noi aspettiamo si faccia mattina ché, se permettete, cenefregaunpo' di più.
Perché domani, infatti, è un lunedìmmerda un po' speciale. Il lunedì in cui, per me che me lo sono sempre immaginata così, si compierà finalmente la trasformazione definitiva del mio papà in un super eroe, con tanto di componenti metalliche e razzi sparatutto.
In attesa che Robocop esca dalla sala operatoria, mi congedo e vi lascio nelle grinfie di questo lunedìmmerda che piùmmerda non si può. Bacio.

domenica 27 novembre 2016

LuneGIF


Sì, ho una tavoletta grafica, ma ciò non rende meno merda questo lunedì.

domenica 20 novembre 2016

No.

Oggi sarò semplice ed esaustiva, chiara e concisa, severa ma giusta.

Oggi, no.

domenica 13 novembre 2016

Plasilunedì

Ecco. Ho commesso l'errore di controllare le previsioni meteo. Quindi, se già avevo il male di vivere della domenica sera, ora sono a dir poco disperata.
Weekendone di gastroenterite in casa Di Gregorio-Torboli, con tanto di Guardia Medica che viene a infilzare culatte con siringone di antiemetico.
Uno spasso.
Non saprei dire cosa sarebbe potuto andare peggio. Tra l'altro, quando sono costretta a rimanere chiusa tra le mura domestiche durante il fine settimana, divento come una pantera in cattività. C'ho intorno un fastidio che basta la metà e il mio colon irritabile ha già dato.
Ora, dopo aver appurato che domattina dovrò quasi sicuramente recuperare il parka dal dimenticatoio, mi imbusto e mi spedisco nel mondo dei sogni...sperando non si trasformino in incubi di Plasil e riso bollito.
In ogni caso, come minimo, domani herpes.

domenica 6 novembre 2016

Pronti!

Metto nella borsa della piscina l'accappatoio (ventisei metri quadri di microfibra), un pratico asciugamano piccolo di quelli con il bottone per fermare il turbante in cima al capetto, la spazzola per pettinare i miei diciannove capelli, le sloggy 100% cotone a vita altissima con reggipetto rigorosamente scoordinato, e un arsenale per il make up, giusto per disegnarmi un paio di occhi sulla faccia prima di uscire dall'impianto natatorio.
Dentro ci metto anche la borraccia per bere tanta acqua e poi noooo che non faccio la pipì in vasca.
Mi ricordo di riporre i salvaslip nell'apposita bustina, come fanno le vere signorine, dal momento che l'ultima volta quasi mi tuffo con un originale adesivo appiccicato sulla cuffietta.
Prima di tirare la zip, ci metto dentro un po' di voglia di vivere e tutto il mio odio per il lunedì.
La borsa adesso pesa come il rimorso che mi trascino dietro per giorni quando scelgo la margherita al posto della quattro formaggi, credendo di farmi del bene.
Ripongo mesta il tristo pranzo di domani e due kiwi antistipsi nella borsa del lavoro e dentro ci metto pure un po' di malinconia, oltre al caricabatterie del computer e alla spazzola per togliere i peli del gatto, divenuta ormai prolungamento del mio braccio.
I denti li ho lavati e il bidè l'ho fatto.
Tutto sembra pronto per affrontare questo lunedì. 
Tutto tranne me.



domenica 30 ottobre 2016

Saint Right Bridge

Il cambio dell'ora non mi ha ancora gettata nello sconforto più totale e, a dirla tutta, non ho neanche avuto tanta voglia di cannelloni alle 10.45, che è il principale problema che il ripristino dell'ora solare porta con sè.
Nonostante si sia fatto buio mentre merendavo con un caco sbrodolone, non sento ancora quel male dentro che mi suscita il tramonto anticipato.
Ho guardato serenamente vagoni di ignoranza passare in TV fino ad ora (sono le 2, quindi le 3), sapendo che la sveglia di domani sarà più magnanima e che non dovrò scagliarla contro il mulo con un "ATTAH!" degno di Mila Azuki.
Inizia, infatti, una felice settimana di ponti e festività. In un post di due anni fa e che vi invito a recuperare qui http://troppilunediperunavitasola.blogspot.it/2014/11/lunedi-giusto.html?m=0, avevo elogiato i triestini per la loro incontestabile scelta del Santo Patrono. Ancora oggi provo la stessa emozione e lo stesso entusiasmo innanzi ad una decisione tanto oculata quanto felice.

domenica 23 ottobre 2016

Non è facile spiegare

Sono già sotto le coperte quando, anticipato dall'inconfondibile rantolino, il gatto rigurgita una pallina di pelo e muco sul tappeto, osservandomi con quegli enormi occhioni umidi e scorati per l'imminente arrivo del lunedì.
Vicino, Giorgio ascolta musica con quelle cuffie così insonorizzate che se entrasse una rappresaglia dell'ISIS dalla porta, scambierebbe i guerriglieri arabi per dei ninja, tanto gli parrebbero silenziosi. È chiaro che si mette queste cuffie per non sentire il rumore del lunedì.
Mi sovviene che la prossima settimana c'è il cambio dall'ora legale a quella solare, evento che io odio di brutto brutto brutto e mi sale lo sconforto.
Anche la signora Carsi del quarto piano, che ieri impanava e friggeva, lieta, sette chili di melanzane, sta inveendo a gran voce contro il marito, evidentemente innervosita dalla domenica che volge al termine.
È come quando i topi scappano dalle navi prima che affondino, come gli uccelli che migrano perchè sanno che arriva l'inverno, come i cani che abbaiano prima del terremoto, come i canarini in miniera...
Quando arriva il lunedì, ti senti dentro una roba che non è mica facile da spiegare.


domenica 16 ottobre 2016

Lunedì verde arancione

Avete presente quei weekend che finiscono e voi vi ritrovate più stanchi di come eravate al venerdì? Ecco.
E come se non bastasse oggi abbiamo deciso di fare una camminata nel verde. 
Nel verde che ormai è quasi tutto arancione.
Nel verde (arancione). Io che, se fossi padrona del mondo, colerei cemento armato su tutti gli spazi erbosi.
L'autunno mi fa cagare, ma almeno posso passeggiare all'aria aperta senza starnutire ogni venti secondi.
Ho osservato attentamente uno scoiattolo raccimolare alacremente provviste per l'inverno: che invidia. Per tre mesi questa piccola bestiolina si rinchiuderà nel suo eremo caldo a mangiare e dormire. E non ci saranno freddo nè stenti. E non ci saranno stanchezza nè rompicoglioni. 
E, soprattutto, non ci saranno lunedì.
Nel verde arancione di questa domenica sera, penso allo scoiattolo e ne prendo esempio: nel buio della stanza nascondo un Kinder cioccolato sotto il cuscino...

domenica 9 ottobre 2016

48esimo lunedì barcolano

Trieste si sveglia e sembra quasi ci sia il sole.
Soffia una bora bella tesa che già apre all'autunno la strada verso l'inverno.
Trieste si sveglia e si muove verso le "Rive", dove centinaia di barche sono ormeggiate lungo la costa, sospese tra il sonno che segue una serata di baldoria e la prima frenesia del giorno in cui, qui, siamo tutti marinai.
Io mi godo la regata dal divano, che oggi è il mio scafo, con la coperta, un po' di tosse, il gatto e, mentre papà è impegnato con le regolazioni delle vele e con l'annosa indecisione su quale sia il lato migliore del campo di regata, con la mamma. Che, diolabenedica, mi ha stirato le camicie.
Quando Trieste fa così, io l'abbraccerei.
Perché a volte fa proprio l'antipatica, la stupidina, la snob. Poi, in un bel fine settimana di ottobre, ti ricordi di quanto invece sia simpatica e poetica.
Trieste fa così -e si lascia un po' di freddo alle spalle- ed io la adoro. Anche se poi finisce, anche se poi ci si deve salutare ed in culo alla balena.
La Barcolana tira fuori il meglio di questa città e chi che ne vol mal ne magni le culatte.

domenica 2 ottobre 2016

Lunedinpastella

Sono qui che aspetto che mi prenda un po' di sonno, mentre alla TV stanno cucinando fritto misto.
Io sono trentina: si cena alle 19 (meglio 18.55). Puntuali.
Quindi alle 23.30 ho cenato da più di quattro ore ed è normale che, vedere la paranza sul piccolo schermo, mi susciti forti emozioni.
Per me, che immagino sempre il giorno in cui verrò chiesta in moglie con un anello di totano impanato, la frittura mista no, è troppo.
Decido di spegnere la televisione onde evitare che, insieme alla malinconia per l'imminente arrivo del lunedì, mi prenda la voglia di metter su una carbonara, che poi si riproporrebbe a mo' di zavorra domani mattina sul fondo della piscina.
Mi infilo sotto le lenzuola con un vuoto allo stomaco che è comparabile -e anzi, va a sommarsi- con la sensazione tipica del lunedimmerda.
Spengo la luce e cattivissimi fantasmi in pastella si palesano nel buio della stanza a ricordarmi che 1. il fritto ingrassa, 2. il lunedì fa schifo e 3. domani c'è il Grande Fratello Vip.



domenica 25 settembre 2016

Son(n)etto

Cronico abbiocco, le foglie arancioni,
Il giorno si accorcia e me sta zo i coioni.
Maturano i fichi, l'uva è sugosa,
Frutta assai buona ma pericolosa.

Mentre compongo autunnale sonetto
Mi giro e rigiro sul bordo del letto.
L'estate s'è spenta, il ricordo è già opaco,
E mentre rimpiango matura anche il caco.

Povero caco! Quale sciagura!
Chiamarsi in quel modo che desta paura.

Povero caco! E chi glielo spiega
che contro i pronostici sei un frutto che lega.

domenica 18 settembre 2016

Carmelammerda

E noi che avevamo ancora le sdraio nel bagagliaio.
Senza che ce ne accorgessimo, è tornata Barbara d'Urso.
E con lei, l'autunno.
Stagione che uccide la mia voglia di fare e di interagire con il prossimo. Stagione che mi mette addosso una tristezza che neanche il frigo vuoto. Mi assale la voglia di fare un cazzo e aver portato al quinto piano un divano-letto nuovo mi pare già una conquista.
Nel weekend, non sono riuscita a fare altro se non lamentarmi.
Odio l'autunno: pone fine alla stagione in cui i lunedì sono un po' meno lunedì e dichiara aperta la stagione in cui i lunedì sono fortissimamente lunedì.
Come quello di domani.
Iniziano a colorarsi le foglie.
Le giornate si sono accorciate visibilmente.
In TV c'è Gerry Scotti.
Ed io resto qui, a guardare un altro inverno arrivare, con l'ansia da lunedìmmerda e la saudade nel cuore.
Resto qui, ma neanche tanto, visto che il gatto, che è tornato a starmi vicino, ha sganciato un peto.

domenica 11 settembre 2016

Profumo di lunedì e tiarè

Sono le 23.30 di domenica sera ed io sto stirando, sto mettendo su una fettina di pollo per il pranzo di domani, sto sciacquando dei fagioli cannellini da quel moccino viscido che li conserva, sto preparando la borsa della piscina, dando da mangiare al gatto e sto cercando un paio di mutandoni comodi nel bucato che ho appena ritirato dallo stenditoio.
Ovviamente sto anche pensando che uscire la domenica sera è un'idea da pazzi e che domani me ne pentirò amaramente.
D'altronde è stato tutt'altro che un weekend di bagordi: dopo un'estate trascorsa a nascondere il disordine nei cassetti, la polvere sotto al tappeto e le briciole di cibo sotto le tovagliette all'americana, era giunto il momento di sistemare un po' la casa. Io e la mia colf - Giorgio (chi lo conosce lo sa) - abbiamo svoltolato l'appartamento da cima a fondo, consumando più calorie di quelle che smaltisco con un allenamento di fondo. Sudati e accaldati, abbiamo raccolto una palla di pelo di gatto grande a sufficienza per tessere dieci metri quadri di arazzo, pulito le superfici dalla coltre di polvere, disincrostato per bene il cesso e dato nuova luce al bidè. Se non fosse per la mia mogliettina puntigliosa che ha notato del calcare ostinato sul bordo del vetro interno della doccia, avrei gridato al miracolo e candidato Mastro Lindo alla beatificazione.
Purtroppo la perfezione non è di questo mondo. Ed io me ne sono già fatta una ragione da mò.
Mi tuffo nel fresco delle lenzuola pulite, mi riempio i polmoni di Coccolino Sensation Ibiscus & Fiori di Tiarè & Sticazzi e non ho nemmeno il tempo di pensare che - candalporco - domani è di nuovo, già, lunedì.

Coccolino in uno spot degli anni '80. Terrore allo stato puro.

domenica 4 settembre 2016

Lunedì...pluf.

Sto per tuffarmi in piscina e riprendere la sana routine invernale, fatta di sport, dieta, lavoro e immensa tristezza.
Credo che le prime quattro vasche le farò gattonando sul fondo, altre quattro le farò credendoci ancora, aggrappata ai salsicciotti galleggianti per le vecchiette che fanno acquagym, altre quattro agonizzando fino a confermare quello che già so.
E, cioè, che sono una polpetta.
Mi recherò al lavoro intrisa di acido lattico, felice di lavorare in un luogo dove c'è l'ascensore, e maturerò poco dopo la consapevolezza che, una volta tornata a casa, fare i soliti 130 gradini, non sarà facile, e che, probabilmente, mi toccherà dormire dai signori Marassi del terzo piano.
Per giunta, ieri mi ha punto una vespa. Esattamente dove adesso ho il bordino del costume nuovo che sfrega e che pare ancora di carta vetrata.
Non riesco ad immaginare di peggio.
Ah sì, sono le 7:10 ed io sto per...pluf.

domenica 28 agosto 2016

Kanellunedì

Con il cuore infranto ci accingiamo a riprendere le nostre consuete vite di giovani lavoratori.
Di ritorno dalla patria del senso civico, se non fosse stato per il gatto che ci aspettavprrr a casa, mi sarei gettata nello sconforto più totale.
Riassumervi in poche righe come ci si sente nei paesi dove il burro si mette anche sull'insalata (true story) è impossibile, perciò mi getterò, in preda allo sconforto, sul mio letto, che solo vagamente ricorda le linee pulite ed essenziali del design scandinavo all'ennesima potenza che mi si è parato innanzi in questi troppi pochi giorni di vacanza.
L'unica e ultima cosa che mi sento di fare in questo primo vero lunedì post-ferie è lasciarvi questo piccolo contributo:

Ostriche: ad Oslo costano meno dell'acqua (comunque tanto).

Giorgio osserva un quadro che poco si addice all'arredamento di casa nostra.

O Svezia, se devi invaderci fallo così!

Vagonate di limoni davanti al tramonto di Göteborg.


In Svezia ci sono cose difficili da spiegare a parole.




domenica 21 agosto 2016

Il Grido del Lunedì

Dopo tutte queste ferie è finalmente giunto il momento di andare in ferie.
Siccome a me piace il caldo, il mare e il sole, siamo in partenza per un viaggio itinerante tra la Norvegia e la Svezia, tra il senso civico e l'aroma pungente del cardamomo, tra i fiordi e il burro salato da spalmare come Vicks Vaporub, tra le navi vichinghe e gli IKEA stores.

Prima tappa ad Oslo, il tempo che basta per soffermarsi ad ammirare uno dei quadri più famosi al mondo, capolavoro espressionista che rappresenta l'inquietudine dell'animo umano, la solitudine esistenziale, il dolore, l'angoscia, la disarmonia che noi ben conosciamo, e di cui ora vi fornisco documentazione:

Munch, L'Urlo del Lunedì, 1893.
Olio, tempera, pastello su cartone, 91x73.5.
Nasjonalgalleriet, Oslo.

domenica 14 agosto 2016

Ferramore

Vi chiedo scusa, ma sono molto impegnata.
Profumo di cevapcici. Io vado.

domenica 7 agosto 2016

Olympmerda

Mentre ginnaste di quaranta chili effettuano funambolici salti acrobatici sulle pedane del sambodromo di Rio de Janeiro per conquistare una medaglia olimpica, qui, dall'altra parte dell'oceano, è già tanto se riesco a svitare il tappo del Bravo multivitaminic.
Mentre le ginnaste di cui sopra volteggiano come farfalle tra le parallele asimmetriche roteando nell'aria come farei io nello strutto, qui, dall'altra parte del mondo, è già tanto se riesco a prendere il coraggio di rotolare giù dal letto.
Mentre riecheggia l'inno italiano dall'alto di un podio che si trova dall'altra parte dell'Atlantico, io mi immagino fluttuare nell'àere, con la leggiadria che mi ha sempre contraddistinta, per saltare a piè pari questo lunedìmmerda olimpico.

domenica 31 luglio 2016

Lovedì

Puoi schifare le smancerie e i convenevoli, puoi essere più burbero del nonno di Heidi, puoi far credere di essere cinico e impassibile, freddo e distaccato, puoi non credere più a niente se non alla scienza, così razionale e logica, ma mai e poi mai riuscirai a non farti scappare una lacrima di commozione, a non sentire il tuo cuore battere ancora, a non meravigliarti innanzi alla grandezza, alla potenza e alla bellezza...
...di un buffet.

Ringrazio i miei amici, Omar e Claudia, convolati a nozze, in frescolana, nella canicola ardente, e ricordo loro che, insieme, il lunedì fa un po' meno cagare.
Ringrazio Omar e Claudia, per aver scongelato il mio cuore per qualche ora e per avermi ricordato che i sentimenti, se impanati e fritti, sono ancora e sempre buoni.

Ho preso il bouquet.
Adesso impano anche quello.

domenica 24 luglio 2016

Ci sono giorni sì e poi c'è il lunedì

Se ogni giorno è un dono, vorrei sapere dove posso restituire il lunedì.
Sebbene l'istallazione dell'aria condizionata abbia decisamente innalzato la qualità della nostra vita, sarebbe opportuno dotarsi altresì di uno strumento della tecnica in grado di rendere piacevole l'alzarsi dal letto.
Ora, dubito fortemente che non vi siano ingegneri che stanno già investendo fondi europei in questo campo della ricerca, ma il fatto che non sia ancora stata prodotta alcuna letteratura scientifica a riguardo non mi lascia molte speranze.
Non mi rimane che dondolarmi lentamente sulla schiena a stregua di tartaruga rovesciata finché uno dei piedi tocca lo scendiletto determinando l'inizio della giornata.
Penso alla settimana trascorsa in quel Paradiso che è la nicchia ecologica che mi ha vista nascere e lamentarmi precocemente del lunedì, e quello che vedo allo specchio pare quasi un sorriso.

domenica 10 luglio 2016

Lunedì a banana

Cristiano Ronaldo si è fatto male quasi subito, rendendo la finale degli europei ancora meno accattivante.
Mi sembra comunque inopportuno discutere della prestanza fisica di Cristiano Ronaldo, nonostante il Portogallo abbia appena portato a casa il suo primo trofeo importante. 
Dopo questo campionato dove ad andare avanti e ad arrivare fino alla fine sono stati gli sfavoriti, i deboli, gli sfigati, mi sento anch'io un po' ritemprata e affronto questo lunedì di mezza estate con la speranza di potercela fare.
Euro 2016 ci ha insegnato che non importa che tu sia un grande campione o un portatore sano di piedi a banana, tanto, comunque, anche dopo la vittoria, arriva il lunedì.

domenica 3 luglio 2016

Mànudagur

Per novanta minuti il mio complesso edipico mi ha fatto dimenticare sia l'imminente arrivo del lunedì sia le disavventure della settimana passata.
Ho un debole per gli omoni con la barba rossa ed il sogno islandese ai campionati europei di calcio mi ha momentaneamente distratta dalle trascorse traversie.
Metterò anch'io in pratica la geyser-dance per sostenere voi tutti quando si fa lunedì.
È stata una settimana che avrebbe dovuto innalzare la qualità della nostra vita: abbiamo istallato il climatizzatore.
Messo da parte l'entusiasmo iniziale, appena è comparso un rivolo d'acqua sul muro, sotto l'unità interna dell'impianto, è iniziato il calvario.
Ha cominciato a piovere da tutte le parti, dal climatizzatore in sè, allo scarico della lavatrice, il quale ha riversato uno tsunami nell'atrio di casa (mai la geyser-dance fu tanto calzante).
Per precauzione, io avevo pure iniziato a costruire l'arca e a radunare un esemplare per sesso di ogni animale sulla terra. 
Per un'intera settimana non abbiamo fatto altro che asciugare e pulire, pulire e asciugare. Al fresco eh, ma checcojoni!
Ora che l'Islanda, come ieri l'Italia, ha perso, il sogno di rivincita dei più deboli e degli sfavoriti è evaporato come l'acqua dal nostro climatizzatore una volta risolti i problemi, ed io posso sommessamente ritirarmi nelle mie stanze per attendere l'inevitabile.
Ventisei gradi deumidificati -vero- ma pur sempre lunedì.

domenica 26 giugno 2016

Per quest'anno non cambiare stessa merda stesso mare

Inaspettatamente (?), sorprendentemente, tutto d'un colpo, la riga della panza ha cominciato a sudare e a lasciare quell'antiestetica riga di bagnato sui vestiti. È ricomparso l'eritema nell'incavo dei gomiti, i capelli si sono appiccicati al coppino, il gatto ha smesso di muoversi.
La civetta cittadina che abita la foresta di viale XX settembre ha ricominciato a lanciare inequivocabili messaggi erotici ai maschi del circondario e, quindi, a rompere i maroni.
Ha fatto caldo, tanto caldo. Poi ha grandinato e poi ha fatto ancora più caldo.
Ho messo lo smalto sulle unghie dei piedi, mangiato il melone giallo che è più buono di quello arancione ed ora sto cercando di apprendere dal mio compagno quale strategia ritiene più giusto mettere in pratica per non far salire la temperatura. Mi ha fornito una mappa dettagliata della casa, evidenziando quali finestre devo lasciare aperte e quali, invece, secondo i suoi avanzati calcoli balistici, vanno chiuse.
Ho dei nuovi sandali di gomma per andare al mare e non perdere gli incisivi su uno scoglio, vivrei di yogurt Fage e oggi quasi non sembra lunedì.
Inaspettatamente, sorprendentemente, tutta d'un colpo, e finalmente, è arrivata l'estate.

domenica 12 giugno 2016

Leone o cazzella

Non importa che tu sia leone o gazzella.
Tanto la domenica pioverà e, in ogni caso, se uscirai senza ombrello, pioverà a dirotto. E dovrai correre.
Mezz'ora trascorsa sotto la pensilina di OVS, nell'attesa che spiova, aiuta a riflettere sulle ingiustizie della vita.
Anche guadare con le espadrillas un fiume di merda che scorre impetuoso lungo la via dove abiti può essere utile a dimostrare le nefandezze che caratterizzano l'esistenza.
Per non parlare delle borse biodegradabili che scandiscono l'inesorabile conto alla rovescia che separa te che corri con tutta la spesa nella stessa sporta e te che corri avanti e indietro, sotto il diluvio universale, per recuperare un litro di succo di pompelmo, delle Granny Smith acide come me il lunedì mattina, i Nascondini di Banderas che poi non posso neanche mangiare e un etto di fesa di tacchino tagliata non-sottile come piace (solo) ai triestini.
Non importa che tu sia leone o gazzella, tanto il pelo te lo bagni lo stesso sotto secchiate di pioggia e grandine e vento e mmmerda dal cielo.
Non importa, quindi, che tu sia leone e gazzella.
Tanto il lunedì arriva a tutti i livelli della rete trofica. E ti piove dritto sulla testa.

domenica 5 giugno 2016

Puntualità Quotidiana

È inevitabile sentirsi una merda all'alba del lunedì.
Soprattutto se quello passato è stato un weekend lunghisssssssssimo e infarcito di amore per la vita e per l'umanità.
È inevitabile sentirsi una merda e lasciarsi trasportare dalle insicurezze.
Scrivo pigramente, non accendo neanche il computer: uso il telefonino. Mi rannicchio sotto il lavandino del cesso del disonore, dondolo la testa compulsivamente e compongo queste poche righe, che mai come questa sera mi paiono prive di senso, figurarsi di ironia. 
Dopo un weekend durante il quale, in preda alla delirante autostima di un finesettimana lungo quattro giorni, mi sarei cacciata su qualsiasi indumento del guardaroba di Lady Gaga - ma più corto-, ora tutto ciò che riesco ad immaginare è me stessa mentre cambio la ricarica del Duck Fresh.
Episodi di vita vera mi riportano con i piedi per terra: non ho dei calzini corti puliti per domani, ho finito i sei chilometri di carta adesiva sul rotolo cava-peli, mi sono dimenticata di prendere la dose consigliata di Puntualità Quotidiana, qualcuno ha fatto una scoreggina in camera da letto e non si trova il colpevole.
È inevitabile sentirsi una merda all'alba del lunedì.
Per fortuna che c'ho voi.

domenica 29 maggio 2016

Lunedì peloso

Oggi è il mio gatto ad interpretare al meglio come ci si sente.
Lascio a lui la mia bacheca.


domenica 22 maggio 2016

Saudade

Non so voi, ma a me, quando è venerdì, mi prende una roba dentro che non riesco a spiegare.
Al mio risveglio Apple Music mi accoglie con la playlist Wish I was figa ed è subito la Isla Bonita.
Mi vesto al meglio delle mie possibilità, mi trucco ben bene e mi sistemo i capelli con maggior dovizia rispetto agli altri giorni della settimana nei quali sono solita uscire con le sembianze di un cucciolo di pastore bergamasco. E solitamente mi sento proprio figah.
All the single ladies!
All the single ladies!
Now put your hands up!
Il venerdì è decisamente il mio giorno della settimana preferito.
Twerko con l'autista della tre (che non è più Walter: pace all'anima tua, Walter!), saluto anche chi non conosco ed entro ed esco dal lavoro con i timpani perforati ma la gioia nel cuore.
Se poi c'è il sole, ciaone!
Woh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh!
Woh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh!
Non mi riconoscereste, di venerdì (fig.1).

fig.1. Io di venerdì.

Poi, inesorabile, arriva il lunedì, e tutta questa carica vitale che mi aveva riportato in vita nel weekend si esaurisce in un vasetto di yogurt Fage al caffè, che forse mi aiuterà ad andare in bagno ma forse anche no.
La playlist impostata reca un titolo inequivocabile: Saudade.
Mi vesto alla bell' e meglio, mi trucco appena tanto sarebbe inutile e riprendo le sembianze di un cocker spaniel abbandonato in autostrada.
Mi reco mesta alla fermata della tre, sulla quale il nuovo autista stenta a riconoscermi.
Mi rimetto al lavoro e penso a quanto è lontana la serenità, la gioia e la mia spensieratezza di sole settantadue ore prima. 
Provo a canticchiare qualcosa di allegro ma è tutto inutile: in sottofondo, si ode, provenire dal profondo del mio cuore, un requiem in re minore...

domenica 15 maggio 2016

Subito lunedì

Vengo travolta da un'ondata di male di vivere proveniente dal lato destro del letto.
Mi volto piano e Giorgio innalza un muro di sconforto e desolazione.
E così mi rendo conto che è giunta la domenica sera.
Il gatto -e che problemi ha lui?- ha ingoiato una pallina di scotch e, soddisfatto, si è posizionato nel suo angolino prediletto.
Lo osserviamo invidiosi farsi un bidè con tutta quell'elasticità articolare che a noi manca, finché cotanta dovizia nell'igiene personale lo strema. Si acciambella e si addormenta ignaro.
Mi rivolgo a Giorgio, sempre più desolato, intento a mascherare il suo sconforto dietro alla cover verde mela dell'iPad.
Ed io sono qui, a metà tra il gatto che si lava il culo e il mio compagno che fa i suoi esercizi di braintraining per distrarsi dalla triste realtà di un lunedì alle porte.
E mi rendo conto che è proprio vero: ognuno sta sol sul cuor della terra. Ed è subito lunedì.

domenica 8 maggio 2016

Happy birth-mon-day

Doveva succedere.
Oggi è lunedì.
Ed è anche il mio compleanno.

È una strana sensazione quella che mi pervade.
Non sono un'amante delle ricorrenze. Tanto meno dei compleanni in sordina come quello dei 30 + 1.
Tuttavia, la mia indole cinica e un po' scorbutica si accompagna ad un animo gioioso e festaiolo. Quindi mi verrebbe un po' voglia di sparare petardi e gonfiare palloncini.
Svegliarsi con la certezza di vivere un giorno di festa e realizzare subito dopo che è lunedì, mi destabilizza.

Doveva succedere.
Oggi è il mio compleanno.
Ed è anche lunedì.

Dura per chi è nato di giovedì, giusto in tempo per prepararsi un attimo in vista del weekend!

domenica 1 maggio 2016

Lunedìwwalter

Mi sono appena commossa per il finale di una puntata del dottor House, il che è indice di un elevato livello di scoramento certamente causato dall'avvento della domenica sera.
Reduce dall'attesa del cibo cinese che sarebbe dovuto arrivare "pLestissimo" e del conseguente diverbio (in un idioma sconosciuto ad entrambe) con la responsabile del locale che effettua le consegne a domicilio, mi sono lasciata andare allo sconforto. E mi sono commossa per la diagnosi, improbabile ma pur sempre corretta, del dottor House, che ne sa una più del diavolo.
E ora sono qui, nel lettone, punto la sveglia sulle 6:50, controllo compulsivamente il meteo per figurarmi l'outfit di domani, penso che avrei dovuto fare una lavatrice di capi scuri e che il gatto potrebbe evitare di rosicchiarmi l'alluce.
Affondo nelle coperte e mi sovviene che non ho ancora fatto l'abbonamento ai trasporti pubblici per il mese di maggio e che questo mi costerà una corsetta mattutina. Anche perché da quando Walter, il mio autista del cuore, è andato in pensione, non mi ritengo sufficientemente furba e lesta per salire a bordo senza biglietto.
Domani sera per cena ci sono pure i finocchi bolliti e l'ascesa di malessere continua...
Mi rigiro nel letto, assaporo le goccioline di Oust che Giorgio mi ha spruzzato intorno (che stia cercando di dirmi qualcosa?), e penso che l'unica cosa che mi rimane da fare è sfogarmi con voi.
Perchè, infondo, è lunedimmerda per tutti.
Tranne che per Walter.


domenica 24 aprile 2016

Liberazione

Eheheh.
Rimando a lunedìprossimo astio e nevrosi.
Mi giro dall'altra e tiro su le coperte.
Liberazione dal lunedì.

domenica 17 aprile 2016

Lunendorfine

Fini estimatori del bel favellare quali siete, sono certa avrete gradito il mio omaggio letterario dello scorso lunedì.
Questa settimana non posso garantirvi altrettanto splendore in quanto, reduce dalla prima giornata di sole in costume da bagno, al momento accuso sintomi riconducibili ad un principio d'influenza (e di monaggine).
Dal costume da bagno al piumone in men che non si dica. Ho dolori muscolari e non rispondo bene alla terapia a base di un cocktail di Coca Light e Limmy, quel succhetto di limoni già spremuti che noi pigri compriamo al supermercato per non sporcarci le manine, che solitamente è un toccasana per l'apparato digerente.
Ora mi lamento, ma in realtà so che non dovrei.
Penso già a domattina, quando, in preda allo sconforto, mi renderò conto che questo, infondo, era solo del piacere mal gestito causatomi dal rilascio di endorfine alle quali non ero più abituata.

domenica 10 aprile 2016

L'infinito (lunedì)

L'aria è già tersa, il sol sulla faccia,
un rash si diffonde nell'interno braccia.
L'ape e il suo fiore: è già primavera,
prendo un Reactine ed è subito sera.

La Natura rivive, addio gambaletto,
amico sincero di un inverno freschetto.
I prati si riempiono di fiorellini
e son qui che penso alla prova bikini.

Guardo la gamba, pallore canuto,
Passo un gillette sul pel riccioluto.
Anche se biondo non è mai di moda,

Mi spalmo di crema e mi sento più soda.
Ora è domenica, il sole è calato,
E il naufragar m'è dolce in questo gelato.

domenica 3 aprile 2016

La stagione degli amori

Primavera, si sa, è la stagione degli amori.
Ormai è noto che sia io che il mio consorte siamo affetti da orsaggine cronica. Ciò non toglie che anche i nostri sentimenti devono in qualche modo fuoriuscire dal nostro corpo e concentrarsi su un oggetto del desiderio.
Gatto escluso, non potendoci scambiare reciprocamente manifestazioni d'affetto in quanto esseri umani dotati di una Coppa del Nonno al posto del cuore, riversiamo tutto il nostro amor recondito sull'oggettistica scandinava.
Io, ieri, ho amato.
Dopo aver strarotto le balle per farmici portare, sono entrata (in Paradiso?) in un negozio di design modern-vichingo, dove avevo promesso sarei entrata solo per dare un'occhiata e dal quale sono uscita con un nuovo tavolino per il soggiorno.
Amore a prima vista.
Controllato l'Excel condiviso dedicato al budget mensile (sì, abbiamo un Excel per controllare di non amare troppo), abbiamo deciso che sì! Il nostro nuovo amore sarebbe venuto a casa con noi.
Ed ora sono qui che scrivo queste righe appassionate con i gomiti appoggiati su questo capolavoro di semplicità e praticità nordica.
E, come ogni volta, mi domando:
se gli scandinavi sono in grado di amarmi così tanto, che sia o meno primavera, perché non sono ancora l'unico popolo ad aver bandito il lunedì?

domenica 27 marzo 2016

Pàsquetta (con l'accento sulla à)

Abbiamo appena messo un rilassato piede in casa dopo un weekend trascorso in un albergo con spa, al confine tra la Slovenia e l'Austria, dove il problema più grosso è stato cercare di capire dove cadesse l'accento della parola "gibanica" (si legge nel modo più cacofonico possibile: "ghìbanizza", bisdrucciola).
E di gibanica ne abbiamo mangiata parecchia. È un dolce tipico sloveno che, per far felici tutti, contiene la maggior parte degli ingredienti che si possono mettere in una torta farcita.
La spa di un albergo di alta categoria offre molti spunti di riflessione sulle dinamiche sociali.
Coppia giovane e timida: non sa dove andare a parare e si aggira in accappatoio cercando di imitare i movimenti dei più avvezzi, si ustiona con l'acqua del pediluvio e resiste in sauna trenta secondi; compagnia di allegri vecchietti viveur (una delle signore mi ha dato numerosi consigli enogastronomjci): bevono prosecchini a colazione, non camminano mai, stanno già organizzando il pranzo di domani; coppia consolidata e senza pudore: sbattendosene le balle (in questo caso, letteralmente) del divieto di girare ignudi, saltellano da una sauna all'altra come mamma li ha fatti, un moderno Adamo con la sua Eva, mangiano le mele che offre la beauty-farm ed io ho subito un déjà-vu; l'italiano medio: osserva schifato gli altri ospiti dell'hotel mangiare uova e salsiccia per colazione, ha paura che il caldo gli faccia saltare la pompa e si lamenta di tutto perchédanoièmeglio.
Un assortimento indipendente di persone e personaggi, di esigenze e abitudini.
Nonostante le differenze però, era ben chiaro che c'era qualcosa a tenerci uniti, a renderci simili.
Ed era la piacevole, rassicurante, sensazione di un weekend che non si sarebbe esaurito così in fretta.
Era la serenità di chi ozia, la pace dei pigroni.
Era la pienezza dei ciccioni e il riposo del guerriero.
Era la quiete di una domenica di Pasqua: quella che precede una settimana senza lunedì.

domenica 20 marzo 2016

Primavezzzzzzzzz

Oh. Finalmente.
Finalmente è arrivata.
E mi gocciola già il naso.
Prima-vera gita fuori porta, in questa soleggiata domenica di marzo.
Abbiamo talmente ossigenato il cervello che adesso versiamo in condizioni pietose, riversi sul divano in attesa di trovare la forza di arrivare fino al letto.
Tanto bella la primavera, eh.
Ma che stanchezza!
Se nel pomeriggio avrei cacciato piccioni a mani nude scorrazzando nei prati, ora la sola idea di dover buttare il petto di pollo 10+ sulla padella per il pranzo di domani mi sfinisce.
Tanto bella la primavera, eh, ma zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz...

domenica 13 marzo 2016

3 anni (e 160 lunedì)

Sono ben tre anni che mi preoccupo di ricordarvi che è lunedì mattina. Come se non ne aveste già piene le balle da soli.
Tre anni in cui ne abbiamo passate delle merde e in cui ci siamo fatti compagnia, seduti sul gabinetto ghiacciato in inverno o quando ci sembrava che tutti fossero al mare, in estate.
Sono passati ben tre anni e per 160 volte mi sono trattenuta dal piangere e mi sono messa a scrivere.
Vi ho visti crescere e, attraverso lo schermo, ho visto la desolazione nei vostri occhi nel realizzare che quello era l'inizio di un'intera settimana.
Ho cercato di farvi compagnia e di risollevarvi, con l'unico risultato di gettare anche me nello sconforto più totale.
Così, dopo tre anni, siamo ancora qui, più desolati che mai, a ricordarci che, se ne sono passati così tanti e se ci hanno pure strappato qualche sorriso, forseforse si può ancora sopravvivere al lunedìmmerda.
Tre anni intensi nei quali vi ho ammorbato con i cazzi miei e nei quali ho buttato all'aria tutto il discorso sulla privacy.
Tre anni di stima reciproca. Affetto, quasi.
Se non fosse che sto aspettando l'effetto dell'Activia, mi commuoverei anche un po'.
Tre anni, insieme, merdini miei.
A voi, altri mille di questi lunedìmmerda.

domenica 6 marzo 2016

Lunedì a 4 ruote

L'avevamo chiamata Latoya, perché aveva quel tiro anni '90 che mi aveva spinto a risfoderare la collezione di ciuccetti di plastica per farne il suo portachiavi.
Si chiamava Latoya, verde come i prati carsolini in primavera e minimal dentro, seppur con i vetri elettrici, un lusso che per anni ci ha fatti sentire dei privilegiati.
Ci ha portati ovunque, Latoya.
Abbiamo macinato migliaia di chilometri con lei sotto le chiappe.
Finché un giorno, poco tempo fa, non ce l'ha fatta più.
Piccola Micra sgargiante, con quella cera da gattino spaventato in mezzo all'autostrada, oggi, per te, è un pessimo lunedìmmerda.
Sostituita da una fiammante macchinona appena immatricolassicurata coi cerchi in lega e le gomme quattro stagioni, mentre cerco di non immaginarti compressa tra le fauci di uno sfasciacarrozze, volevo solo ricordarti che quella fighetta così grande e grossa parcheggiata di sotto non avrà mai il parcheggio-disabili che occupi tu nel mio cuore.
Cara Latoya, ci hai fatto sentire vivi quando il riscaldamento ha smesso di funzionare in pieno inverno e importanti quando ci hai evitato un sicuro malanno proibendoci di accendere l'aria condizionata nell'afoso luglio passato.
Hai contribuito alla mia autostima, ogni volta che ti ho recuperato in un parcheggio, cercando tra le altre la tua targa che iniziava per BV.
BV: Brava Vale.
Dopo mille avventure e peripezie, ti abbiamo lasciata andare.
Al tuo posto è arrivata Alina, figa ma con un muso un po' scorbutico.
"Alina" perché -sai- è rumena...
Quindi, nel tuo ultimo lunedìmmerda, la mia dedica va a te, piccola automobilina verde speranza.





domenica 28 febbraio 2016

Lunedì da Oscar

Vado a dormire con un unico pensierone.
A quasi vent'anni (perlamiseria) dall'affondamento mediatico del transatlantico, Grandi Navi Veloci non si è ancora ripresa benebene dal calo di vendite di biglietti...e a me non è ancora passata del tutto la cotta per quel ragazzino sbarbatello che appannava i vetri delle auto altrui facendo le cosacce e che ammiccava smaliziato alle donne dell'alta società inglese e alle ragazzine in visibilio sedute in sala.
Ci ho riempito delle Smemorande intere con le figurine che lo ritraevano così imberbe e impossibile. Cinque chili di diario quando ancora l'Invicta non faceva gli spallacci ergonomici.
L'ho visto crescere, gli ho visto spuntare i peli sul viso, l'ho visto impinguarsi (quanto l'ho amato grasso e peloso!) e diventare ambientalista e voler salvare le foche.
L'ho visto migliorarsi nel lavoro e fidanzarsi con tutti gli angeli di Victoria's Secret. Bellissime donne, eh, ma io sono anche intelligente.
Gli sono stata fedele, per tutti questi anni. E non c'era Brad che reggesse il confronto.
Quindi, io adesso vado a dormire ma tu, caro Leo, guardati bene dal non far passare ad entrambi un lunedìmmerda da black-carpet e vedi di portarci a casa la statuina dorata.
Perché un po' me la merito anch'io.

domenica 21 febbraio 2016

Lunedì simili

Non riesco più a cavarmela dalla testa.
Sono reduce da una domenica trascorsa in quel paradiso della brugola che è l'IKEA, immersa tra il proustiano odore del truciolare e il pungente profumo di cannella.
Ma non riesco comunque a togliermela dalla testa.
A nulla è servito il lauto pasto a base di polpette di renna e marmellata di ldiföjssoåjøahdïjestromberry.
Ce l'ho qui, conficcata nel cervello con tutto il suo culone, e, per tutto il weekend, mi è risuonato nelle meningi.
È il nuovo singolo della Pausini.
Che mi fa cagare.
Ma che non riesco a cavarmi dal corpo, dalla mente.
Così, anche adesso, mentre vi scrivo, il mio subconscio fa il rumore di un arrangiamento scadente all'italiana.
E non potrebbe esserci un lunedìmmerda peggiore di un lunedìmmerda con una colonna sonora dimmerda.
Sto impazzendo. Devo mangiare un altro kanelbullär. Io così simile a teee.

domenica 14 febbraio 2016

Researching monday

Mi sveglio con la gola in fiamme, totalmente afona.
In questi giorni nei quali vorrei essere piena di energia e fare la voce grossa.
In questi giorni di maretta e di subbuglio, da parte di una categoria che c'è ma non si vede.
In questi giorni pieni d'ammore, abbiatene un po' anche per noi.
Il blog di oggi, infatti, è un po' impegnato.
È un po' impegnato perché sta volgendo al termine il giorno di San Valentino ed è giusto che io vi parli d'amore.
Di un amore che richiede costanza, devozione e tantatanta passione, una bella testina e due coglioni così.
Di un amore che non si risolve davanti ad un film strappalacrime con un barattolo da chilo di stracciatella di Haagen-Dasz.
Di un amore che, in passato, mi teneva sveglia la notte più di un'aglio-olio-e-peperoncino, che io proprio non digerisco.
È un blog impegnato perché parla di un amore che mi ha regalato immense soddisfazioni personali, di un amore in solitaria.
Perché, alla fine, chi Ricerca, trova.
Cito testualmente: "I dati sui finanziamenti in ricerca e sviluppo, in percentuale sul PIL, collocano l'Italia agli ultimi posti tra i paesi OECD. Il Sistema Universitario Italiano è da anni sottofinanziato. I fondi per la ricerca di base italiana, distribuiti su base competitiva ai progetti scientifici che sono valutati più validi, sono dieci volte di meno di quelli della Francia".
Spesso senza contributi, senza maternità (sia mai che sotto i 60 cm di pack, un giorno lontano, non si risvegli anche in me la voglia di mettere al mondo un broccolo di Linfano), diritto alla disoccupazioneahahahah, non è che si chiedesse poi tanto, eh!
Ma vogliamo proprio restare sempre 'ndrio come le bale del toro?!
Vogliamo proprio fare sempre tutte queste magre figure?!
Chissà come se la ride la Svezia, quando pensa a me.
Così, in questo lunedì pieno d'ammmore, vi chiedo di averne un po' anche per noi.
Per noi ricercatori.
Perché ci siamo agitati.
E, forse, questa volta, ci siamo pure un po' incazzati.



E mettetela una firmetta qui, dai:
https://www.change.org/p/commissione-europea-e-governo-italiano-salviamo-la-ricerca-italiana


domenica 7 febbraio 2016

Troppilunediperavereunblog

Sottile è il confine tra continuare ad apprezzare la compagnia del prossimo e finire per voler colare del cemento sul mondo intero.
Per questo, di tanto in tanto, mi interrogo sul futuro di questo blog.
Ma, ogni qual volta mi pare che sia giunto il momento di porre fine all'avventura fortunata di questo nostro consueto appuntamento del lunedì, incontro qualcuno che mi ricorda che sono ancora abbastanza cazzara per continuare.
Tra poco festeggeremo i nostri primi tre anni insieme e, se ci penso, non mi sembra vero di essere sopravvissuta a tutti questi lunedìmmerda.
Qualcuno, forse, potrà essere stufo di vedere il mio faccione sorridente (la foto non è stata scattata di lunedì) associato al funereo risveglio dell'inizio settimana, ma poi penso che -con tutto il rispetto- non scrivo mica per voi: al mattino del primo giorno di ogni settimana della mia vita, mi sono seduta sul cesso e ho pianto. Da tre anni a questa parte non piango più. Da tre anni a questa parte (vi) scrivo.

domenica 31 gennaio 2016

Uomini malati is the new lunedìmmerda

Non ho ancora dichiarato il decesso perché il termometro per l'arrosto deve ancora assestarsi sull'effettiva temperatura ascellare.
Purtroppo il termometro elettronico, acquistato appositamente in farmacia, dopo essere stato utilizzato ogni 45 secondi da un paio di giorni a questa parte, è scarico.
Non ho ancora dichiarato il decesso ed il gatto è lì, al suo capezzale, in attesa che io gli permetta di avventarsi sul cadavere.
La lancetta del termometro per l'arrosto, intanto, lentamente, continua inesorabilmente a salire. Poco importa se l'errore strumentale supera il grado centigrado e, quindi, si tratta di una misurazione davvero poco attendibile.
È giunto il momento di dettarmi i messaggi di congedo e le ultime volontà.
Immagino già gli amici maschi darsi fraterne pacche sulle spalle, visibilmente commossi dal coraggio e dalla forza del loro amico.
Immagino già le facce comprensive delle amiche e di mia madre, mentre ripetono senza sosta che gli uomini sono tutti uguali e che, altrimenti, la natura non ci avrebbe designato come quelle più adatte a far uscire un'anguria da un buco grande come un litchi.
Il termometro si ferma tra due tacche che, così ad occhio, potrebbero essere i 37 e i 38 gradi. Una cosa è certa: si tratta di Febbre.
Lo vedo roteare gli occhi all'indietro e mugugnare qualcosa che sembra voler dire di passargli la canottiera nella quale, da 48 ore, si sta soffiando il naso gocciolante.
L'orario del medico di base l'abbiamo imparato a memoria e non c'è pericolo di prendere freddo, dal momento che - quale fortuna! - si trova al primo piano del nostro palazzo.
Tutte le domande di microbiologia possibili immaginabili mi sono state fatte e, come se narrassi una storia ad un bambino, ho snocciolato tutte le informazioni in mio possesso su virus, batteri e immunologia.
Ora cambio le pezze umide e cerco di dormire anch'io, vedendomi bene dal tenere sempre un occhio aperto, chè non si sa mai serva una dose notturna di tachipirina.
Appoggio sul comodino il termometro da arrosto ed evito di fare battutine a riguardo.
Gli controllo il polso un'ultima volta e mi dispiace deludere il gatto. È ancora vivo.
Uomini malati is the new lunedìmmerda.

Ah, si sa che è nel mio stile narrativo alterare leggermente la realtà, rendendola talvolta iperbolica, ma giuro che la storia del termometro per l'arrosto è vera.


domenica 24 gennaio 2016

Color-fuckin'monday

Presa com'ero dall'ispirazione poetica, lunedì scorso non mi sono nemmeno accorta che si trattava del blue-monday, quello che è scientificamente provato essere il peggior lunedì dell'anno.
Eppure, nel comporre gli endecasillabi con cui spero di avervi dilettato, non mi sentivo peggio del solito...
Pare che si tratti del lunedì in cui tutti si sentono un po' più giù del solito, perché è ancora fortemente inverno, perché le feste sono tutte passate, perché si è di nuovo immersi nel lavoro.
Ma la realtà, triste e accompagnata da un irrisolvibile senso di impotenza, è che non esiste un lunedì peggiore - nè tantomeno migliore- di un altro.
Esiste solo, sempre e comunque, il lunedì.
Ed è per questo che, nella gioia e nella bua, nella salute e nei litri di Bronchenolo di cui mi sono fatta stanotte, per amarvi e onorarvi ogni lunedì della mia vita, sono qui. Perché per noi, che sia blue-, che sia orange-, che sia marron-monday, resta sempre e comunque lunedìmmerda.

domenica 17 gennaio 2016

Lunedìmmerda nel vero senso della parola

Da poco ho riposto le terga nel letto,
Già suona la sveglia e ho bisogno d'affetto.
Apro i miei occhi e un pensier mi balena,
Il cul che borbotta: sarà per la cena.

Mi alzo a fatica, umore depresso,
Vorrei avere il tempo di stare sul cesso,
Di concentrarmi e star lì seduta
il tempo che serve, il silenzio che aiuta.

Ma il tempo è denaro e denaro ne ho poco,
Non può esser quello il mio unico scopo.
Rinuncio a sentirmi leggera e più bella,
Provo a rialzarmi: a me una barella!

Tentativo fallito, mi sento il budello
Contorcersi come in gabbia un uccello.
Vado in cucina, riprendo un po' i sensi,
Mi calo un vasetto di bifido essensi.

Mi vesto alla cieca, capelli alla cazzo,
Sono in ritardo e via come un razzo.
Infilo la porta, saluto i miei cari,
Do un'ultima occhiata ai bei sanitari.

Sei piani di scale, arriva la nove,
Salgo sul bus con grazia di un bove.
È lunedì, che i maroni un po' spacca,
Ed ecco che ora mi scappa la cacca.

domenica 10 gennaio 2016

True Monday

Ci siamo.
Quando fino a ieri il problema più grosso mi pareva lo strato di strutto con cui inevitabilmente credo di aver rivestito le mie arterie durante le festività, ecco che la dura realtà mi riporta con i piedi per terra ed una sveglia fissata sulle 6:45.
Guardo a quest'ultima settimana, trascorsa a fare i gggiovani tra aperitivi feroci, sveglie posposte al primo pomeriggio e la sera leoni e la mattina chisseciava, e percepisco un sapore amaro in bocca che sa di stantio, di vecchio. Cerco di mandarlo via con del Listerine, ma è tutto inutile.
Vado in cucina e sgranocchio un gran cereale pucciato nel tè; tutto è avvolto dall'oscurità e -come se non bastasse- mi metto il costume da piscina al contrario. Volano imprecazioni e, in tutta risposta, il gatto deposita nella lettiera delle scorie nucleari di plutonio impoverito. Giorgio non trova i calzini ed io non trovo me stessa.
Tutto sembra perduto in questo lunedìmmerda da rientro.
E mi rendo conto che ci sono davvero troppi lunedì per una vita sola.
Bentornati, merdini miei. 
Bentornati, compassionevoli amici.
Con oggi riparte un anno pieno di lunedì. Che insieme a voi, infondo infondo infondo infondo infondo infondo infondo infondo infondo infondo, non sono poi così tanto male.

domenica 3 gennaio 2016

Lunedì pesante

È il primo lunedì dell'anno.
Mi sveglio con calma perché sono ancora in ferie e mi godo il crogiolo del piumone.
Guardo fuori dalla finestra con una tazza di caffelatte tra le mani e sorrido perché scende la neve. Poi, dai suoni che provengono dall'esterno, intuisco che c'è anche un forte vento. Ma fottesega. Tanto posso stare in pigiama, abbracciata al termosifone. Anche tutto il giorno, se mi va.
Soffio via un paio di glitter rimasti appiccicatigli sul pelo dopo una sanguinosa notturna lotta tra il gatto e l'ormai obsoleto alberello di Natale.
È lunedì e, ciononostante, tutto mi sembra semplice e buono e non percepisco il solito fastidioso istinto omicida, costante del primo giorno della settimana per tutto il resto dell'anno.
Sono serena, quasi felice.
Finché prendo una decisione azzardata.
Penso che non potrà andare così male.
Mi osservo a lungo prima di farlo ma tutto questo silenzio, tutto questo candore, tutta questa perfezione di un lunedì domestico, mi impediscono di percepire la realtà dei fatti.
Mi avvicino, esercito una leggera pressione con un piedino infreddolito e ci salgo.

Ed è subito lunedìmmerda.