È l'ultimo lunedì dell'anno e mi fa sempre sentire piuttosto serena associare la parola "ultimo" a "lunedì".
Mi piace proprio il suono eufonico del connubio tra i due termini.
Purtroppo il mio linguaggio non è sempre altrettanto acusticamente gradevole e amabile nei modi.
In settimana, infatti, Facebook mi ha gentilmente ricordato, che, proprio come si addice ad una signorina con velleità di principessa, il vocabolo che ho utilizzato di più sui social nel 2016 (ma ho il vago sospetto che potesse essere lo stesso del 2015, 2014, 2013...) è "merda".
Merda.
La parola che uso di più è "merda".
Non che la cosa mi renda particolarmente fiera, eppure mi riconosco la necessità di utilizzarla spesso e la difficoltà di reperire un sinonimo di cotale impatto.
E anche ora che sono nel mio lettino di bambina, con il piumino che aulisce di Coccolino e un cuscino memoryfoam, dopo un sereno e tranquillo Natale in famiglia a base di polenta e gorgonzola con la goccia, non riesco a definirlo diversamente.
Mi viene proprio così, dal cuore.
Facebook potrà anche conteggiare le mie parole, ma giungerà sempre allo stesso risultato.
D'altronde, non è colpa mia: il lunedì sempre è -e sempre sarà- una grande e grossa merdona.













