domenica 12 luglio 2015

Lunedìssoffritto

Rieccoci qui.
Punto e a capo.
Qui, incazzosi come pantere, ad attendere l'arrivo di un nuovo inizio settimana.
Quasi quasi comincio a sperare che le balle mi girino al punto tale da farmi un po' di aria. 
Spero che vortichino ancor più di quanto stiano facendo ora, come efficienti pale eoliche, in modo da poter ricaricare il telefono all'occorrenza.
Giunti a questo punto, spero prendano il volo, nello spazio sconfinato. Almeno mi sarei tolta il problema alla radice.
Invece sono qui, sul letto, incazzata come un drago, con i mutandoni ascellari di cotone e una canottiera da lavoro con le spalline così lasse che, oramai, c'ho scoperto l'ombelico.
Guardo il soffitto (nella prima versione non ancora pubblicata avevo scritto "soffritto", nda) e mi domando come sia possibile, ogni volta, un simile scoramento.
Guardo il soff(r)itto e mi viene, dannatamente, anche fame.
Credo sia una situazione limite.
Ma poi mi giro. E vedo Giorgio.
Vedo Giorgio piangere silenziosamente, con la testa amaramente affondata nel cuscino.
Allora mi faccio coraggio: uno dei due dev'essere forte.
Appoggio la mia testolina alla sua schiena, nel vano tentativo di rincuorarlo, ma, in un attimo, mi ricordo del mio outfit: preferirebbe sicuramente che lo lasciassi in pace.
Niente da fare.
Si è soli davanti al proprio destino.
Si è soli davanti al lunedì.

Nessun commento:

Posta un commento