Quando sei una grande fan di Law&Order e divori thriller scandinavi come fossero Amica Chips, avere un’amica avvocato è qualcosa di meraviglioso.
Sempre lontane eppur così vicine, quando passiamo un weekend insieme ci aggiriamo per negozi lanciando bombe a mano di entusiasmo.
Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, che fanno più voglia di Moncler che di Birkenstock, abbiamo saltellato qua e là come ninfette, elargendo forse qualche danaro di troppo ché alla fine un po’ di felicità, a volte, te la puoi pure comprare!
Condividiamo un bel po’ di vita, io e l’avvocato, oltre che le nostre meravigliose Luise.
Siamo spendaccione, golose, acide e spesso scontrosette, ma siamo capaci di volerci così bene che, nel mio cuore, lei è come i grandi avvocati di cui scrive Grisham e io, nel suo, sono lì lì per il Nobel.
Mi piace pensarla in macchina adesso, lei che si commuove per le pubblicità, mentre va in tribunale con i suoi faldoni di documenti sul sedile di fianco, intenta a mandarmi a quel paese perché l’ho fatta piangere di lunedì mattina. Lo so che sta cercando di non scrivermi messaggi melensi perché sa che schifo le smancerie, ma non posso giurare che non lo farà.
E se non dovesse farlo, mi preoccuperei.
Ci vogliamo bene, io e l’avvocato. Anche di lunedì mattina. E non sono molte le persone che apprezzo quando suona la prima sveglia della settimana.
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