domenica 28 febbraio 2021

Lunedì (de)terso

A volte, gli omaggi, è meglio non riceverli.

C’è un negozio a Trieste, Mirella, dove non credo sia possibile applicare la normativa covid. È un negozio che pare una bancarella del mercato con molti ma molti metri quadri in più e un fiume di persone che entrano e escono. I vestiti sono ovunque, sopra, sotto, pendono dal soffitto, fitti fitti. I camerini sarebbero impossibili da trovare se non fosse per la lunga fila di signore che si districa tra i tessuti.

Da Mirella, nonostante prevalga la bassa qualità della merce, se hai un certo occhio, nei cestoni, in mezzo al marasma, puoi scovare anche pezzi di buona fattura e di stoffa pregiata a prezzi sorprendentemente bassi.

Devi solo avere il coraggio di entrare, da Mirella. Io, per esempio, non ce l’ho.

Da Mirella poi, ad ogni acquisto, ti allegano un piccolo cadeau. Piccoli gingilli che non vorresti mai: un portachiavi con una lanternina cinese, uno di quei fiori che dondolano grazie al pannellino solare, un paio di calzini di spugna con il logo tarocco di qualche multinazionale, tipo Adidash, Piuma, Naik.

Così, l’altro giorno, a seguito dell’acquisto di 2400€ di grès porcellanato effetto rovere naturale, non da Mirella ma da Iperceramica, ci hanno regalato delle palline profumate per il cesso.

Cioè, non delle palline di legno, di quelle un po’ carine effetto spa, al sandalo o al patchouli. Proprio le palline per il cesso: quelle verdi o blu con il coso di plastica che si adatta alla tazza e che rilasciano detergente ad ogni giro di sciacquone. Della Bref. Roba che poi finisce in mare, viene ingerita dagli avannotti, poi dai pesci più grandi, i quali vengono pescati e poi tu ti mangi il detergente per il cesso.

Lì per lì non mi sono resa conto, poiché il ragazzo che ci ha caricato l’ultimo bancale di pavimento sul furgone non ha avuto il coraggio di commentare quell’omaggio così poco gradevole. L’ha semplicemente appoggiato, cercando di non attirare l’attenzione, sopra i pacchi di mattonelle prima che chiudessimo il portellone.

Adesso, però, che l’ho riposto tra i detersivi per il bagno ho pensato che, a volte, non è vero un cazzo che basta il pensiero.

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