Cara Lavinia,
Questa è la mia seconda lettera per te.
La prima te la scrissi quando la tua mamma, ancora appesa ad una spalliera, mi fece sapere, attraverso papà, che era riuscita a non destinare maleducati e immeritati epiteti all’ostetrica che l’aveva aiutata a metterti al mondo.
La seconda è, per l’appunto, questa qui e segue il nostro primo weekend insieme, all’insegna di unicorni, corone da principesse (quali siamo) e trucchi proibiti.
Quelli che giustamente la tua mamma non ti permette di utilizzare al fine di non anticipare inutilmente quest’agonia che è la vita adulta.
Ti devo ringraziare perché, attraverso i tuoi grandi occhi verdi, il dinosauro Antonio è sembrato bellissimo pure a me, così cinica e razionale da non aver mai notato cosa ci fosse oltre a quel deposito fossile di Tethyshadros insularis.
Ti devo ringraziare perché, tra i tuoi ricci ribelli che non stanno dentro la treccia, ci ho visto incastrata una fogliolina rossa rossa, che mi ha indotta ad alzare la testa per ammirare la meraviglia dell’autunno che trasforma la vite americana in qualcosa di effettivamente incredibile.
Ti devo ringraziare perché mi hai fatto ricordare che straordinaria magia sia il mare quando cambia colore da un giorno all’altro e quanto sia divertente e catartico saltellare allegramente in mezzo alla gente. E fottesega di ciò che pensa di te!
Ti devo ringraziare perché domani, anche se la sveglia suonerà come sempre alle 05:30, mi sentirò un po’ come se dovessi andare all’asilo a giocare, a divertirmi, a imparare.
Un domani ancora lontano parleremo dei lunedimmerda che, inevitabilmente, affliggeranno anche la tua vita.
Per il momento non mi sento di appesantirti ulteriormente, anche perché ho notato, da alcune espressioni sul tuo visetto sveglio, che hai già intuito che, ogni tanto, sono proprio due coglioni così.
Ti abbraccio forte,
Zia Vale, quella rompicoglioni che ti porta al museo e non allo ZOP!
Nessun commento:
Posta un commento