Mesi e mesi di lunedimmerda con cui avere a che fare.
Poverini.
Io ero una di quelle bambine che piangeva solo l’ultimo giorno, a giugno, perché la scuola mi piaceva. Mi piaceva tutto: imparare, studiare, stare con i compagni. Mi piacevano le sfide, le interrogazioni. Mi piaceva mettermi alla prova, testare le mie conoscenze. A parte la sveglia, che non mi è mai piaciuta, poi il resto della giornata era in discesa (se papà non mi aveva mangiato la merenda di nascosto).
Mi piaceva pure il primo giorno della settimana, ricominciare la routine.
Tornassi indietro, alla mia mini-me di allora, direi:
“Cara piccola Vale. Ma come cazzo stai?!”
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