Nel 1999 suonavo già la chitarra decentemente.
Quindi, giacché ero molto intonata e avevo una bella voce, mi esibivo esclusivamente con brani del pop femminile. Erano da poco usciti gli album di Alanis Morissette, di Elisa, i quali mi offrivano gli spunti giusti per piacere alla moltitudine e sembrare un angelo sceso dal cielo per incantare il pubblico con canzoni in Re Maggiore.
Ma, nel segreto della mia cameretta, covavo ben altri interessi. A volumi elevatissimi mi ascoltavo del sano grunge, del sano rock e del sano metallo. Mettevo giù il Fa Minore e mi veniva la pelle d’oca. Sapevo a memoria quei testi proibiti. Amavo Kurt Cobain ma non gli avevo perdonato di essersi tolto la vita e l’unico con cui l’avrei tradito era quel pasticcino di Marylin Manson.
C’è da dire che avevo un insegnante di chitarra che incentivava queste passioni e che poi diceva ai miei che avremmo preparato All I Want For Christmas per il saggio di Natale. Poi trovavamo sempre una via di mezzo.
Pazzesco cosa può fare diventare adulti e aumentare il proprio potere d’acquisto.
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