domenica 8 febbraio 2015

LunedWWWAAAAAASSSSSSSSSSHHHHH

Soffia. Soffia imperterrita. Soffia a manetta.
Si lancia giù dal Carso con un nervoso addosso che neanch'io quando sono in carenza di burro.
La bora.
La bora soffia sempre per un numero dispari di giorni, stando agli insegnamenti delle vecchie in fila in posta. Non c'è stata una sola volta in cui, tutta presa dalle mie stesse lamentele, sia riuscita a tenere il conto delle ore per cercare, da brava scienziata, di fare un po' di statistica per confutare quest'insegnamento vitae. Quindi non so neppure se oggi sia un giorno pari o dispari. E se, perciò, soffierà anche domani.
Oggi che è lunedì, di sicuro, giusto per rendere più ostica la giornata, soffierà.
La bora. WAAAASSSHHHHHHH.
Il primo giorno l'adoro, il secondo giorno mi fa ridere, il terzo giorno comincia a disturbarmi, il quarto giorno mi ha già sfrangiato le balle. E poi, per la regola della vecchia, c'è di sicuro anche un quinto, di giorno.
Chi non l'ha mai provata, chi non ci ha mai convissuto, chi non si è mai aggrappato al paletto della fermata del bus, crede che la bora sia un essere mitologico in grado di spostare le macchine, gli alberi, le case. E non sa che è molto peggio. Studio Aperto ripesca con gioia le sue immagini di repertorio e la mia mamma poi si preoccupa.
Per quanto riguarda la bora che ha imperversato per tutto il weekend, le immagini iperboliche trasmesse dai media, di bambini con gli zaini imbottiti di sassi e di cagnolini con il guinzaglio di ghisa, sono diventate la realtà di un venerdìmmerda a duecento chilometri all'ora.
Ora guardo la bora abbattersi fuori dalla finestra e penso che, anche se ha il suo innegabile fascino, poteva evitare di tenerci svegli durante tutte le notti passate e poteva trattenersi dal crepare il soffitto.
Guardo la bora soffiare forte dalla finestra, mentre inizia questa giornata che già mi surgela il cuoricino.
Infilo i miei scarponcini di cemento e mi avvio, mestamesta, verso un lunedì che più mmerda non si può.
Guardo la bora imperversare fuori dalla finestra e, mio malgrado, devo ammettere che l'annosa gara di corsa tra la campana del vetro e i cassonetti dell'umido è pur sempre dilettevole.

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