Rientrata dopo un'adorabile settimanuccia in terra natìa, tra le coccole della mamma e i dovuti saluti a 175995471763835 persone, inizia oggi la mia ultima settimana di ferie.
Questo lunedì non promette niente di buono: mi sveglio presto ed esco all'alba perché la nostra piccola scassapeti ha deciso di non partire più. L'elettrauto mi aspetta per le 8 e a nulla potrà servire mettermi una gonna particolarmente corta. Dopo 15 anni e 150mila chilometri, il nostro gattino verde a quattro ruote sta dando segnali di cedimento.
Fortunatamente non è con l'auto che, giovedì, partiamo per Stoccolma.
Meravigliosa, civilissima, bionda, adorata Stoccolma.
Le ciambelline alla cannella, i negozi di design, la merenda (sorvolo sul termine svedese che indica lo spuntino pomeridiano) al cardamomo, il ritmo sfasato di una vita che dipende dalla luce, fanno di Stoccolma la mia città europea preferita.
Quindi, oggi, nonostante sia lunedì e la Micra produca soltanto piccole scurreggette che non la aiutano certo ad incedere, mi crogiolo all'idea di dover effettuare il check-in online.
Mi piace pensare che a Stoccolma le automobili funzionino solo a burro salato.
Mi piace pensare che a Stoccolma, in tutto quel civismo, il lunedì non esista.
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