Fuoriuscita dallo stargate che mi aveva catapultata in un mondo bellissimo dove il panettone non apportava kilocalorie in eccesso e dove tutto ti veniva regalato, mi sveglio oggi con della notevole pinguedine da smaltire addosso e un saldo-conto che pare il debito pubblico della Grecia.
Esplosa la bolla di sapone in cui tutto sbrilluccicava e dove tutti erano più buoni, realizzo con mestizia che il mondo è ancora pieno di lunedì e di stronzi.
È andata in frantumi la boccia di vetro soffiato in cui mi ero rifugiata, un mondo protetto e felice dove tutti erano pagati per cazzeggiare e dove il freddo sembrava non dover arrivare mai, ed ora mi ritrovo alla fermata della 3, con la speranza che l'autista accosti senza che io debba estrarre una mano ed esporla alle intemperie.
Sfilacciata la bambagia in cui mi sono crogiolata in questi ultimi venti giorni, tra il tepore degli affetti e quello del piumone, mi sono svegliata con il mal di gola ed un Giorgio moribondo al mio fianco.
Disillusione.
Disincanto.
Puff!
Ed è subito lunedimmerda.
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