Contro ogni aspettativa e contro ogni pronostico di un nutrito gruppo di amici che non credeva nelle mie potenzialità, sabato sera sono riuscita a non collassare sul divano e a non vegetare davanti ad un bel film.
Anzi, acquistate addirittura le prevendite con una settimana di anticipo, mi sono obbligata con entusiasmo ad andare ad una festa anni Novanta. Un amarcord di musica ed emozioni da cui sono uscita vincitrice, vecchia ma giovane, con poco sonno e molto acufene.
La prova incontrastabile che ce la posso ancora fare!
E, anche se oggi mi aggiravo per casa con gli occhi al posto della bocca e il naso al posto degli occhi, sono molto fiera di me. Per l’entusiasmo che ci ho messo. Per il coraggio che ho dimostrato nel tornare a casa, a quasi 33 anni, alle sei del mattino, scambiandomi sguardi sgomenti con le ragazze del panificio sotto casa che, a quell’ora, stavano disponendo le brioches sul bancone.
Trovassi la stessa energia che ci ho messo su Gigi D’Agostino e riuscissi a veicolarla per affrontare il lunedì, la mia vita sarebbe migliore.
È che io, ormai, sono schiava del lunedì. Gli appartengo.
Gli appartengo e se ci tengo io prometto e poi mantengo.
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