domenica 5 maggio 2013

È lunedì: tu che sei biologo...

È di nuovo lunedì.
È di nuovo lunedì e stamattina avrei preferito di gran lunga che mi attaccassero al materasso con la sparapunti piuttosto che sollevare -con una forza di volontà che non pensavo di avere- il mio corpicciuolo e portarlo a lavorare.
Uh, mi rendo conto solo ora che non ho mai detto a voi, piccolo e fedele esercito del lunedì, cosa faccio nella vita.
Io ho un dottorato di ricerca e faccio la biologa. Pensavate facessi altro, vero? Tipo il pirla di piazza...
Invece no. Faccio proprio la biologa.
Quello del biologo è un duro lavoro. E non tanto per via delle ore che passiamo circondati da gente che indossa i Silouette Salmoiraghi&Viganò senza disagio; non per via delle ore che passiamo innanzi a colture di batteri estremamente maleodoranti che non crescono mai abbastanza (cosa che ci fa preoccupare come apprensive mamme del Sud Italia) con i quali abbiamo un rapporto simile a quello che si ha con il proprio cane (che, bagnato, puzza comunque di meno); non tanto perchè siamo in possesso di attrezzature e reagenti sufficienti a diventare ricchi grazie al narcotraffico ma nessuno ha mai trovato il coraggio di farlo; e non perché quando diciamo che passiamo la giornata a 'pipettare' gli amici ridacchiano sotto i baffi cheneancheallemedie.
No! Quello dell'uomo di scienza è un un duro lavoro perché rende il biologo un essere onnisciente agli occhi dell'uomo della strada, una sorta di guru che conosce tutti gli arcani misteri dell'esistenza umana, un mix tra un santone, un Baba e l'Uomo del Monte, un coltivatore di piselli gialli e ruvidini con l'hobby della chirurgia della farmacologia dell'astronomia e di molte altre discipline.
E così al "tu che sei biologo" seguono le più svariate domande idiote:
- "Come si sopravvive all'attacco di uno squalo di dieci metri?" Be'...il contrattacco è l'arma migliore da consigliare ai deficienti.
- "Cosa si può fare per il problema delle flatulenze?" Problema che, a detta sua, non riguarda mai il diretto interessato (e, intanto, nell'aria, odore di peto)...
- "La zia della nonna del fratello della cognata del prozio della mamma del papà del mio ragazzo aveva gli occhi azzurri, qual è la probabilità che mio figlio abbia gli occhi chiari?" Nessuna , ovviamente (sempre bello creare scoramento)!
- "Ho male al petto, meglio bere un gintonic o un vodkalemon?" Oh, non preoccuparti, vai tranquillo! Tanto sono un biologo e porto sempre con me un defibrillatore nella pochette...
- "È vero che il gambero killer conquisterà il mondo?" Sì. Questo è vero. Sul serio. Silenzio. Paura. Guardatevi alle spalle.
- "Prendo L-carnitina quando vado a correre, ho bisogno di altri integratori?" Non so. So solo che ho letto quella parola sul flacone della crema Goodbye Cellulite.
- "Quanto è grande un castoro?" Più o meno così. Per poi scoprire, dopo una googlata, che il castoro è un bestione enorme.
Così, a tempo perso, mentre facciamo cose incomprensibili ai più ("ma ammazzate sul serio i coniglietti?" "Amore, non ho capito niente, ma mamma e papà sono comunque tanto fieri di te!"), cerchiamo anche di salvare l'umanità (ad esempio, imparando su wikipedia a leggere gli esami del sangue perché mio circasuocero crede ancora che sia un medico...).
Il biologo come un messia, insomma.
Il biologo, che, come tutti voi, cerca di sopravvivere al lunedì, pronto a rispondere ai vostri quesiti esistenziali, aspettando impaziente l'arrivo del weekend.

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