lunedì 3 giugno 2013

Codice lunedì

Eccoci! Il ritardo di oggi nella pubblicazione del post mi ha già fruttato una serie di messaggini minatori di chi si è trovato senza saper cosa leggere durante la cacca/colazione del lunedìmmerda.
Chiedo venia.
Oggi splende il sole, quasiquasi sembra giugno (!) e il lunedì mattina si fa migliore del previsto. Inoltre, sono riuscita a risolvere il problema (stupido) che mi ha afflitto per tutto il weekend. Avevo già elucubrato riguardo a possibili soluzioni che neanche Bear Grylls (tipo tagliarmi un seno a mo' di guerriera amazzone e cacciare con arco e frecce di fortuna i gabbiani giganti del giardino pubblico o i cinghiali in Carso).
Sabato, all'improvviso, la mia testolina di minchia ha, infatti, deciso di recuperare spazio in memoria, cacciando in un cassetto recondito del già modesto spazio cerebrale di una bionda, il codice del bancomat. Sembrerà una cagata, ma la mia vita è legata a quel meraviglioso, piccolo, catarifrangente, tesoro. La banca che si prende cura del mio lauto (?) stipendio da dottoranda, infatti, si trova a parecchi chilometri di distanza (furbizia che si spreca) e l'unico filo conduttore tra me e lei è quella cartina plasticata con la stampa di un paesaggio innevato (Ah, i trentini! Avrei preferito l'immagine di un piatto di polenta e cunèl, ma...).
Attimi di panico. Sudorini. Rischio di non aver accesso al mio vile danaro. Sono quelle cose alle quali più pensi e meno riesci a ricavarne il bandolo della matassa: numeri su numeri, codici su codici (compreso quello fondamentale: il numero di accesso al contocorrente della nonna...), ma niente!
Il vuoto. La povertà. La fame.
Già pensavo di dovermi sfamare con le cozze stabulate in laboratorio e contaminate con vibrionacee del colera (che, pensandoci, avrebbero risolto i problemi di coppia che sussistono tra me e la tavoletta da tempo immemorabile).
Ma stamattina, all'alba, l'ultimo disperato tentativo: lasciare che le dita facessero quello che avevano sempre fatto, da sole. Così, all'interno dello sportello, con la faccia ancora stropicciata dal sonnolunedìmmerda, sperando che dall'altra parte della videocamera di servizio non ci fosse nessuno, ho lasciato che la mia manina digitasse il codice autonomamente, mentre il resto di me intonava il Và Pensiero a gran voce.
Quale sommo gaudio veder comparire sullo schermo "alprelievopotràessereapplicataunacommissioneseprevistodallasuabancachesitrovainculoalmondo"!
Sono salva. L'ho scampata bella. Ho messo a repentaglio la mia indipendenza e la possibilità di svaligiare Zara. Sopravviverò.
E sopravviverò, come voi, a questo lunedì. Sopravviverò fino a giovedì, quando ricomincerò a vivere nel lusso sfrenato (?), in vista del weekend.

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