domenica 14 luglio 2013

Lunedìmmamma&papà

Lunedìmmerda. Di nuovo. Inesorabilmente.
E tristezza nel cuoricino. A palate.
Nel weekend sono venuti a trovarmi mamma&papà e sono già ripartiti. Mamma&papà che non vedevo da mesi, in modalità "gruppo vacanze". 
È mezzanotte passata di un inizio di lunedìmmerda e sono stravolta: l'energia di colei che mi ha fatta a sua immagine e somiglianza è inesauribile. 
Papà è un pacioccone: quando è in ferie, dategli una Settimana Enigmistica, mettetelo in mutande su un letto in una stanza climatizzata, e il signor Bartezzaghi risolverà tutti i problemi di intrattenimento. 
Mamma no. Mamma è inarrestabile. Mamma è un caterpillar. Mamma è come il diavoletto della Tasmania. Così ho cercato di farle vedere quante più cose possibili nei tre giorni che avevamo a disposizione. Negozi compresi. Ed è lì che io e lei, come fossimo una cosa sola, come Vegeta e Goku in fusione, diamo del nostro meglio.
Più osservo mamma&papà e più cose capisco di me stessa. 
Ad esempio, da dove deriva questo senso estetico per le cagate. Mamma&papà sono una fonte inesauribile di episodi esilaranti. Sono una fucina di aneddoti da serie televisiva americana, di quelle con le risate finte in sottofondo.
Papà è riuscito a perdersi in macchina innumerevoli volte, scomodando -di tanto in tanto- la Madonna e il Bambin Gesù. Cercava di portare la mamma in Croazia. 
Tempo di percorrenza previsto: "Ah, sarà en quart d'ora de strada!". 
Tempo effettivo per raggiungere la metà: via Crucis di quattro ore, completa di tutto il cast dei personaggi originali.
Ho portato la mamma in uno stabilimento balneare, famoso gioiello di triestinità, dove donne e uomini sono separati da un muro. L'entusiasmo inaspettato della mia genitrice l'ha trasformata nella regina della spiaggia. Sorriso stampato in faccia e chiacchiera facile, ha reso partecipe del suo magno gaudio ogni bagnante autoctona che le passava accanto, comprese signore attempate e scontrosette che lì si recano solo per potersi infilare un inutile perizoma (che, come per magia, viene subito fagocitato dai cuscinetti adiposi) e per poter usare le proprie tette come sciarpa, lontane dai commenti poco garbati di inorriditi mariti. Mamma ha parlato con tutte loro. Ha fatto complimenti per la città. Ha chiesto informazioni. Una stalker, insomma. E, per la gioia delle assidue frequentatrici della spiaggia di sole donne, me la sono portata via quando ha cominciato a sembrare un peperone arrostito. 
Abbiamo mangiato. Molto. Tanto. Di tutto. E non ne voglio parlare più.
Ah no, ne devo parlare. Siamo andati a mangiare giapponese. Papà ha mangiato il biscotto della fortuna tutto intero. Papà ha mangiato il biscotto della fortuna e anche il bigliettino al suo interno.
Poi cos'altro? Ah sì! Abbiamo comprato delle federe per i cuscini. Non lo trovate interessante? No?! Ma dai! E pensare che mamma ne era così entusiasta da emettere ultrasuoni di gioia in grado di far abbaiare tutti i cani nei dintorni di Coin.
Papà, nel frattempo, si è fatto fotografare con dei turisti e nel momento in cui l'obiettivo si stava per chiudere, con prontezza di riflessi, si è calato i pantaloni.
Insomma, tale madre&padre, tale figlia.
Verrà un lunedì in cui non mi verrà nessunissima idea per accompagnare il vostro espletamento mattutino: in quel caso, vi racconterò altri episodi di vita famigliare. Oppure ci scriverò un libro dal titolo "Forse sono stata adottata, ma forse no".
Nel frattempo dico a mamma&papà che li adoro. Dico loro che sono rimasti quelli di sempre e che questo è il migliore dei complimenti.

Ma...mamma&papà, voi come siete messi col lunedì? Cioè, l'avversione per il lunedìmmerda è genetica?

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