Nella postilla aggiunta in tarda mattinata nell'ultimo post, vi avevo già delucidato riguardo la situazione del mio radio fratturato e del mio callo osseo che stenta a rafforzarsi (sarà l'umidità).
Vi faccio "ciao" ancora con una mano sola, or dunque, visto che l'odioso manicotto resterà con me ancora per due lunedìmmerda, impedendomi di utilizzare la tastiera come si dovrebbe (se non continuassi a correggere gli errori che rilascia sulla pagina la mano sinistra, questo blog sarebbe illeggibile da sei settimanishfpiahpoijc).
Vorrei farvi notare, però, che l'incidente che mi ha costretta a sbrindellare bistecche con i denti e ad alleviare il prurito con i bastoncini del ristorante giapponese ha distolto la mia attenzione da una problematica più condivisa e nazionalpopolare: i maroni che ci si stanno riempiendo di pioggia.
Piove, piove e piove.
Poi fa una giornata di sole. Una sola, eh! (...che è un po' come il 'giornolibero' che il dietologo mi concede di tanto in tanto: mi sbafo ogni leccornia che mi capita sottomano ed il giorno seguente quasi rimpiango di averlo fatto perché il cetriolo ed il sedano hanno ripreso ad avere lo stesso sapore...)
E poi piove, piove e ancora piove.
Piove. Poi esce il sole. Per dieci minuti.
Ma c'è bora. E fa freddo.
E intanto ha ripreso a piovere.
Millimetri d'acqua nelle balle: moltissimi.
Oggi torno alla mia routine lavorativa, ma tanto chisseciava perché piove.
E se non piove, pioverà a breve.
Si susseguono inesorabili i giorni di un'estate che non c'è. E con l'acqua, sale il crimine.
Dicono che farà un inverno glaciale.
Più gelido di questo lunedì di rientro al lavoro, di braccio ancor rigido e di un agosto che sembra ottobre? Impossibile.
A questo punto aspetto Babbo Natale. Ho due paroline da riferirgli...
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