Annuntio vobis gaudum magnum alle mandorle, che si è aperta ufficialmente la stagione del calippo!
La mia preferita! Da sempre.
Quando ero giovane e spensierata mi accorgevo dell'arrivo dell'estate perché 1) iniziava il Festivalbar mentre finiva la scuola 2) mi innamoravo ogni due per tre e mi divampava dentro una roba che mi veniva da scrivere poesie che neanche la pubblicità del Barattolino Sammontana 3) non esistevano più gli orari: la sveglia, il rientro, il pranzo, si collocavano a caso nelle ventiquattro ore al grido -in sottofondo- di questacasanonèunalbergo.
Oggi, nella disillusa vita di donna adulta, me ne accorgo, in ogni caso non senza un certo godimento, perché 1) Giorgio acquista erbe aromatiche da installare sul davanzale e si preoccupa per chi verrà a sfamare il gatto mentre saremo in ferie 2) non inizia il Festival Bar ma finisce la stagione di Pomeriggio Cinque 3) devo ritagliarmi del tempo per andare dai cinesi e comprare i sacchetti sottovuoto per i piumini (quelli che gli ciucci l'aria con l'aspirapolvere).
Sicuramente meno avvincente, ma non meno felice, l'arrivo della stagione che io trascorro in funzione del sabato sulla sdraio.
Ormai ci conosciamo da qualche anno e avete imparato a conoscermi.
Quindi, sapete che, per i prossimi tre mesi, l'Innominabile mi farà ancora più schifo. Dunque, oggi non ne parleremo.
Inforcheremo gli occhiali da sole e faremo finta di recarci al Pedocin mentre, come al solito, prendiamo il bus che va dalla parte opposta. Faremo finta di niente e usciremo dalle nostre case con il sole che ci illumina il viso e con il caldo che ci pezza finalmente la camicia. Faremo finta di non capire -che ci viene bene- e vivremo questo giorno come se avessimo la bocca piena di semini di anguria da sputacchiare ai passanti. Con entusiasmo.
Nessun commento:
Posta un commento