domenica 13 maggio 2018

MOMday

Beve un litro di caffelatte in cui risospende tre cucchiaioni colmi di zucchero. Poi ci puccia un pacco di Pan di Stelle, sperando che si formi quanta più morchia possibile sul fondo della tazza perché, secondo lei, è il più buono.
Nasconde la cioccolata così il papà non la mangia.
Non cucina molto bene ma il ragù sì, quello è spaziale.
Scrive tutto sui post-it gialli con il pennarello indelebile. Scrive nomi di persone, numeri, titoli di libri, parole in inglese che non riesce a memorizzare. Scrive sui post-it la dicitura dei corsi che tengo all’università e scrive sui post-it quello di cui mi occupo, così riesce a spiegarlo alle persone. Se lo scrive perché è tanto fiera di  me, anche se, oggettivamente, non si capisce niente di quello che faccio.
Devolve il 5x1000 alla ricerca e manda sms ogni volta che c’è una campagna a sostegno.
Leggeva il giornale cartaceo ogni giorno, ora lo legge sull’iPad. Come sta facendo ora con questa pagina. È diventata brava e manda anche le faccine o maialini che fanno cose.
È una paladina della raccolta differenziata, della giustizia e ha un’etica del lavoro che neanche i cinesi.
Ogni tanto litighiamo, sempre per lo stesso motivo. Poi facciamo la pace e ci vogliamo più bene di prima. Anche se per quel motivo, poi, litigheremo di nuovo. E di nuovo faremo la pace.
Ogni tanto non capisce le battute. Ma io e papà sorvoliamo. Ogni tanto non ascolta, e si vede subito.
Ha un pollice verde che riesce a campare un’orchidea per 33 anni ed oltre. Io ammazzo i cactus in tre settimane, per dire.
Si mette la tuta per stare più comoda ma mantiene comunque un look impeccabile. Ha buon gusto e le piace il blu navy.
L’IKEA dovrebbe accoglierla nel suo consiglio di amministrazione. Se guarda un bel film, poi me lo dice (dopo essersi segnata il titolo su un post-it).
A volte si preoccupa un po’ troppo. A volte fa bene.
È piena di energie e puoi portarla dappertutto. Cammina un sacco e non si lamenta mai. La porti a Londra e lei parla con tutti nella lingua dell’amore.
È mezza tedesca e, talvolta, si vede. E non solo perché nei negozi ci scambiano per turiste teutoniche.
È lontana ma vicina: “Lavori ancora Vale?”.
È unica.
È speciale.
Ed oggi era la festa di quelle come lei.

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