domenica 5 agosto 2018

Luneskyr

Uno degli strascichi dell’ancora irrisolto male d’Islanda è l’amore per lo skyr.
Lo skyr è uno yogurt che, invece di essere prodotto grazie al contributo di fermenti lattici batterici, si ottiene mediante l’azione del caglio animale sul latte scremato. È privo di grassi e ha un’elevatissima componente proteica. E via, oplà, non si prende peso! Per capirci, dovreste mangiarne due chili prima di sentirvi in colpa.
È formaggio magro, più che yogurt. È un cazzo di Fruttolo senza aromi e zucchero.
Poco acido e molto cremoso. È il nettare degli dèi del Valhalla.
Gli islandesi ne mangiano a pacchi. E noi con loro, perché, non da molto, anche alle nostre latitudini, lo si trova facilmente in supermercato.
Il problema etico si poneva per l’immenso quantitativo di vasetti di plastica che si accumulavano in cucina e, giacché siamo sensibili al problema dello smaltimento di materiali polimerici, abbiamo deciso di provare a produrlo in casa.
A parte l’estenuante ricerca del caglio animale, che un’attonita farmacista ha trovato in frigorifero, il protocollo da seguire è piuttosto semplice e richiede solo una notte di incubazione.
Il risultato sono 12 etti di skyr autoprodotto con il quale iniziare all’insegna della leggerezza questo lunedì di soddisfazione personale.
Più skyr, più magri, più belli.
Meno merde.

Nessun commento:

Posta un commento