Faccio parte di quella generazione che ha assorbito, gattonando, le radiazioni di Chernobyl, che ha mangiato i Tegolini le cui parti erano tenute insieme da colla alimentare e i Sofficini agli spinaci che erano troppo buoni per essere spinaci. La generazione che ha mangiato e poi cagato i fiorellini dei Lego e che ha giocato con il Crystal Ball, che dava un sacco di dipendenza. Come la colla Coccoina e il Didò, con cui all’asilo abbiamo lautamente banchettato. La generazione che preferisce il purè Pfanni a quello di patate vere.
Una generazione più delicata, che è passata dal Fruttolo al Maalox senza neanche accorgersi.
Così, sono seduta a letto con un vago reflusso gastroesofageo che, se non sapessi non essere infettivo, penserei di aver preso dal mio compagno, il quale dorme già da tempo abbracciato al bottiglione di Gaviscon.
Trentatré anni e gli inibitori di pompe protoniche.
Trentatré anni e io che mi ciuccio idrossido di magnesio.
E mentre faccio un ruttone risolutivo, mi rendo conto che forse, però, il motivo di tutta questa acidità, che ieri non avevo, non è pasta con i peperoni, ma il lunedì che arriva e che mi va già su e giù per il gargaroz.
Nessun commento:
Posta un commento