Io, il lunedì, non l'ho proprio mai sopportato.
Il lunedì era il giorno in cui, alle elementari, lasciavo puntualmente lo zainetto a casa, suscitando ilarità e scherno più di quanto non facessero già le mie rosee gote piene, il mio corpicciolo già allora ben tornito e le trecce bionde da H-Jugend (mamma, dai, cazzo!).
Il lunedì era il giorno in cui papà mi rubava il krapfen della merenda, sostituendolo nel sacchetto di carta unta marroncina con una palla di alluminio appositamente allestita, cosa di cui, ovviamente, mi accorgevo solo al momento della ricreazione mentre lui, altrove, si sbafava il mio dolcetto.
Il lunedì era il giorno in cui la-stessa-mamma-che-mi-faceva-le-trecce-da-October-fest mi fissava catechismo lezioni di chitarra di solfeggio di danza di nuoto di inglese di tutto.
Io, il lunedì, non l'ho proprio mai sopportato.
Sono nata di giovedì, giusto-giusto per ambientarmi un attimo in vista del weekend.

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