domenica 12 gennaio 2014

La domenicassera

Non che la domenica sia un giorno bellissimo, eh!
Cioè, il lunedì è l'apoteosi della sgradevolezza, però anche la domenica -quella che segue l'imbrunire- non scherza.
La domenica sera è tristissima: è come un brodino insipido dopo una grande abbuffata.
Ho messo a mollo le lenticchie per il pranzo (no, nessuna gara di peti prevista per il pomeriggio!) e mi sono costretta ad infilarmi sotto le coperte nonostante avessi ancora un alito di fremente morbino, rimasuglio del weekend, nel cuore. Mi sono infilata nel lettino, come in una busta, per essere spedita nel regno della mestizia.
La domenica sera, preludio del risveglio settimanale peggiore, è terrea e penosa.
La domenica sera è pesante come un pacco di zucchero appeso al perineo di un corridore.
I programmi interessanti del palinsesto televisivo domenicale sono tanti quanti i tupperware puliti che riesco a trovare in cucina e nei quali travaso il mio triste pranzo settimanale come fosse la sbobba di cui il piccolo e adorabile Oliver Twist chiese il bis (...poco prima: "Giorgio, aiuto! Non mi viene in mente come si chiamava quello sfigato di orfanello che aveva rivoluzionato l'orfanotrofio prendendo il coraggio di chiedere ancora un po' di cibo! Non Tom Sawyer! L'altro stronzetto!").
La domenica sera mi fa sentire come un cucciolo indifeso, con le orecchie basse, l'aria mesta e tanta voglia di fare pipì in un angolino buio.
La domenica sera è il momento della settimana più lontano dal weekend.
La domenica sera è il momento in cui penso a voi, nella mia stessa condizione, e in cui mi sovviene il motivo esatto per cui ho iniziato a dedicarvi questo piccolo angolo di web: abbracciamoci e sosteniamoci, ragazzi miei, tra centoventi ore è nuovamente weekend.

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