domenica 5 gennaio 2014

Un anno di lunedì

Buon anno, miei cari lettori!
È il primo lunedìmmerda di un anno pieno di lunedìmmerda. Gaudio zero.
Ci si potrebbe davvero sentir male da morire se non fosse che oggi è l'Epifania e, quindi, ancora per un giorno, per un giorno solo, è festa.
Ma è una festa amara.
Eviterò di fare scontate e imbarazzanti battute rivolte alle lettrici di sesso femminile e riguardanti la somiglianza tra loro e la simpatica Befana (dico 'simpatica' anche se, in realtà, mi cago addosso quando vedo la Vecchia: la trovo uno dei personaggi più inquietanti del folclore nazionalpopolare ma temo che esternare i miei sentimenti potrebbe avere come effetto il recapito a casa di un camion di carbonedolce che, si sa, non fa proprio tanto bene allo smalto dei denti...) e mi concentrerò per ricordarmi come si fa a scrivere e a far di conto.
Sono in ferie da diciassette giorni e domani torno a lavorare. Non sono sicura di ricordarmi come si fa e non sono sicura che il mio orecchio riesca a riconoscere il suono della sveglia.
Disperazione.
Tristezza a palate.
Cordoglio.
Male qui.
È il primo lunedìmmerda di un anno pieno di lunedìmmerda. Mestizia.
Sono stata così bene in questi giorni...
Ho trascorso un sereno Natale a casa, con mammapapaenonna, senza quasi-mai togliermi il pigiama; ho rilasciato qualche piuma al pub con le mie galline del cuore; ho ricevuto molti e davvero graditi regali (non so voi, ma ricevere brutti doni mi suscita lo stesso imbarazzo che mi creerebbe spalmarmi di strutto e infilarmi ignuda in un enorme panino di gommapiuma per interpretare, alla parata di Carnevale, un gigantesco e goffo kebab); ho sistemato una tapparella con papà (non sottovalutate la potenza di questo episodio: aggiustare tapparelle rientra sicuramente nella topten di cose che papà detesta fare e che più ispira la sua poetica, fatta di neologismi, figure retoriche e personaggi del presepe); sono stata a Budapest, città fiabesca dove scorre un Danubio di goulash e dove le cose sono così grandi da farti tornare in ostello con il torcicollo; sono stata a Budapest, città cicciona, in compagnia di ottimi amici con i quali stappare uno spumante immaginario che ci siamo dimenticati di portare sul luogo dei festeggiamenti!
Insomma, sono stata bene.
Non come oggi. Oggi mi viene da pensare a domani, a questo martedìmmerda, alla sveglia, all'abbandono quotidiano del lettino, al freddo che ogni tanto fa in bagno al mattino, al gelo che mi penetrerà nel cuoricino quando vedrò passarmi davanti il primo autobus perso dell'anno.
Disperazione.
Male qui.
Cordoglio.
Tristezza a palate.
Ma faccio un rapido calcolo (so ancora contare!) e penso che, se è vero che questo 2014 che ci si prospetta sarà infarcito di lunedìmmerda, è vero anche che, per ben cinquantadue volte, ci potremmo preparare, gai e festosi, all'arrivo dell'amato e tanto agoniato weekend.

Buon anno, caccamici miei!

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