domenica 23 febbraio 2014

He-lunedì

Ci sono cose da uomini e cose da donne (a parte il lunedì, sul quale mi pare che siamo tutti d'accordo...).
Ci sono cose da uomini: lo scontro fisico, il calcio, le automobili (io ho imparato l'anno scorso, all'alba del rinnovo della patente, ad armeggiare da sola con il pistolone della benzina), la pipì in piedi, il barbecue.
E ci sono cose da donne: il cucito, per esempio, le gonne, lo smalto per le unghie e una soglia del dolore nettamente superiore a quella degli individui maschi della stessa specie (sarebbe scontato discutere di ridicole febbricole di cui le donne non si renderebbero neanche conto e che, invece, riducono gli uomini in fin di vita...).
E così ci sono dialoghi ben strutturati e reiterati, tra uomini e donne:
"Questo divano mi sembra comodo." Dice lui, sospingendo tristemente il cartello dell'IKEA ricolmo di ciarpame di cui ignora l'utilità, sperando arrivi presto il virilissimo momento dell'utilizzo del metro per le misure...
"Sarà anche comodo ma è brutto" risponde lei, mentre saggia la qualità del tessuto, sfogliando il campionario dei colori e pensando già a quale plaid abbinare al nuovo sofà...
"Però è comodo. Un divano dev'essere comodo."
Fulminato all'istante. Di lui resta soltanto una statua di sale mentre lei tuona: 
"Il divano dev'essere BELLO."
Visioni del mondo diverse, quelle di uomini e donne.
A cinque colori, quella dei primi. 
Un catalogo Pantone, dove il cartadazucchero lungi dall'essere una sfumatura simile all'azzurro polvere, quella delle seconde.
Così, ci sono cose da uomini e cose da donne.
Novità! Ho preso in affitto un delizioso appartamentino, abbarbicato all'ultimo piano di un palazzone austroungarico, insieme all'ometto che da un po' di anni sopporta -e supporta- la mia esuberante compagnia. Decisione importante, dettata da molteplici fattori che l'hanno resa la soluzione migliore da tutti i punti di vista. E, proprio per questo, sto facendo cose da uomini.
Ho trascorso un bislacco sabato mattina in un colorificio, dove ho sfoggiato una competenza che il commesso non si sarebbe mai aspettato da una giovane donna. Bionda, per giunta. 
Io, invece, mi destreggio con le cose da uomini con un savoir-faire degno di un marinaio imbarcato su una nave mercantile dove l'equipaggio comunica a rutti. Io ci sguazzo come una carpa in un limpido ruscello dove l'infestante e temibile gambero della Louisiana non rappresenta ancora una minaccia.
Quindi, per tutto il weekend, ho fatto cose da uomini.
Mente io, armata di stucco e spatolina, stavo appollaiata in cima alla scala apportando migliorìe e rifiniture al nostro nuovo soffitto, la mia dolce mogliettina, Giorgio, cercava di superare i suoi timori e di salire sul penultimo gradino della scaletta per bambini.
Così, io ho fatto cose da uomini. E mi sono sentita fortissima.
Ma ora, all'alba del lunedì che segue questo weekend di bassa manovalanza, comincio a pensare che forse era meglio che mi fossi messa a fare l'orlo alle tendine.
Sono riversa nel letto, con dolori diffusi a tutti quei muscoli che mai e poi mai avrei pensato mi potessero servire.
Sarà un lunedìmmerda davvero difficile, da affrontarsi con questo principio di paraplegia che renderà più duro del solito l'alzarsi dal letto. Rotolerò fino al bagno, sperando di riuscire a reggere lo spazzolino da denti nella stessa mano che ieri spennellava vigorosamente vernice e smarmellava malta sul soffitto..
Un lunedìmmerda da uomini veri. Un lunedìmmerda acciaccato. Un lunedìmmerda da He-man.

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