domenica 9 febbraio 2014

Crostollunedì

Non posso crederci. Nonostante quest'anno la Pasqua cada a fagiuolo, giusta giusta per allungare il ponte del 25 aprile, c'è già nell'aria l'odore dolciastro di fritto e il febbrile fermento carioca tipici del Carnevale.
Ho visto già, disseminati sul selciato delle vie del centro, manciate di piccoli pezzettini di cartadaculo colorata. Ho visto già stelle filanti depositarsi tristemente sulle aiuole. Ho visto i crostoli in offerta alla Despar.
Se c'è un accadimento che detesto quasi quanto il lunedì quello è proprio il Carnevale.
Il Carnevale maleodora.
Di unto, di sudore del cuoio capelluto sotto la parrucca e di carta di coriandolo smollicata nelle pozzanghere.
La gente si aggira vestita da pirla sublimando reconditi desideri di essere chi non si è.

Tra i travestimenti che più mi fanno venire l'eczema annovero:
- Gli uomini-vestiti-da-donne: non si capisce perché ma, agli occhi degli uomini, lo stereotipo della femminilità lo incarna un bagascione con lunghi capelli platino, gonne cortissime, tette enormi e trucco da zàvera. Così gli uomini-vestiti-da-donne, in realtà, non fanno altro che ampliare i membri (mi rendo conto solo ora che utilizzare il termine "membro" in tale contesto è piuttosto ridondante) della comunità transgender sudamericana, con la differenza che gli-uomini-vestiti-da-donna non riescono a dimenarsi a ritmo di samba facendo vibrare il culo come fosse un KitchenAid. Al primo barlume di idea di vestirsi da donna, non si sa per qual cagione, gli uomini corrono a comprare calze a rete che, puntualmente, faranno a brandelli nel vano tentativo di indossarle;
-  Le coppie famose: che noia. Che. Noia. Romei e Giuliette (incredibile la tendenza a scegliere coppie celebri con storie tormentate e finali truculenti), Principi e Principesse, Tori e Vacche, Banani e Chiquite, statevene a casa! Vi prego! State. A. Casa. Tra le mura domestiche, poi, potete fare quello che vi pare. Potete travestirvi da coguari nella stagione degli amori e potete anche delimitare, orinando, il territorio, se proprio vi va;
- La fattoria degli animali: ditelo. Dite che avete scelto il costume da cane bastardo solo perché tiene più caldo e sotto a tutto quel pelo potete nascondere il piumino. Voi, grizzly pusillanimi, siete i codardi del Carnevale! Voi e il vostro rivestimento di pelo di pube siete la vergogna di Rio e delle sue ballerine vestite solo di copricapezzoli!
- I soliti ignoti: avete scelto di conciarvi come un personaggio secondario di qualche film polacco e sottotitolato in suomi di nicchia? Bene. Non pretendete che la gente capisca da cosa siete travestiti.
- Le signorine poco morigerate: vige la regola di Halloween. Che tu voglia sembrare una gattina, una tigrotta, una streghetta (utilizzo appositamente copiosi vezzeggiativi) il principio è sempre lo stesso, il precetto è scritto nella pietra, il dettame è unico ed imprescindibile: vestiti da zoccola! A quanto pare, non sbagli mai! Ricordati però di aggiungere complementi come finte orecchiette, un codino che spunti dall'orlo della gonna girotopina, un cappello da fattucchiera. Cioè, almeno fai finta di non esserti vestita appositamente da peripatetica!
- I poco originali: a meno che non siate sfegatati appassionati di commedie teatrali settecentesche (posso dubitarne?) e se al liceo il cognome del grande Goldoni non vi faceva sogghignare nonostante l'uragano ormonale che c'avevate intorno, non vestitevi da Arlecchino, vi prego. Ci pensa già il marchio Desigual a buttare addosso alla gente colori a cazzo.

Così, il Carnevale arriva, lascia una mezza merda nelle piazze e poi se ne va.
Aspetto l'arrivo della Quaresima come aspetto il weekend.
Con tutto, tutto, il mio cuore.

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