A riprova del fatto che la mia stanza potrebbe essere il luogo ideale per nascondersi dalle intercettazioni dei Servizi Segreti, la mia televisione, acquistata con lo sconto-studenti, anni or sono, alla modica cifra di 29 euro e 90 centesimi compreso il lettore DVD (che però ha funzionato per sole due settimane), ha deciso di non lasciarmi nessunissima scelta riguardo al canale ed al programma che avrebbe dovuto allietare la mestizia della mia domenica sera.
Riflessione estemporanea: io sono una di quelle persone tacchine alle quali 29 euro e 90 centesimi suonano come 20 euro. E la cosa è esponenziale: cioè, una cosa che costa 99 euro e 90 centesimi, nella mia testa, ne costa 85 ed una che costa 999 euro ne costa poco più di 500.
Così, alla fine, mi becco le sòle.
Vedi la mia televisione.
Lasciando perdere l'elettrodomestico in sè, dal design così sovietico e poco accattivante, che farebbe accapponare la verniciata candida del Bestå dell'Ikea, è stato il connubio con il digitale terreste a peggiorare una già grave situazione.
Così, ho trascorso la domenica sera cercando di convincere il mio cervello a restare nella sua sede e a non scappare a gambe levate oltre confine.
La mia tv intercetta solo Italia Uno. La mia tv mi ha costretto a guardare Lucignolo.
Vi domanderete perché non ho aperto un libro, perché non ho fatto altro... Non potevo! Ero paralizzata! Paralizzata dalle vaccate!
Credevo che la conduzione di Mistero (altra pietra miliare del palinsesto televisivo italiano) da parte di Daniele Bossari -che se mangia altre due polpettine svedesi col purè e la marmellata di ribes fa un botto che neanche nell'agosto giapponese del '45- fosse immensamente riprovevole, ma avevo sottovalutato quella della bislacca e mal assortita coppia Ruggeri-Trentalance.
Credevo ingenuamente, infatti, che non ci fosse servizio peggiore di quello riguardante lo gnomo armato d'ascia che si aggirerebbe mietendo vittime in tutto il Sud America (???), ma sbagliavo. La bassezza morale ed il cattivo gusto che si perpetuano per due ore di trasmissione -più una di pubblicità- sono inarrivabili.
Così brutte e turpi che fanno il giro. E diventa impossibile spegnere la tv. Roba che, per un istante, Italia Uno mi fa dimenticare il fatto che manca pochissimo al lunedì e che io sto perdendo il mio ultimo preziosissimo tempo finesettimaniero a guardare, come lobotomizzata, un cantautore ed un pornoattore intervistare un giuovane fanciullo che studia economia e che, nel tempo libero, si veste da insaccato lardellato e si fa chiamare "Gina La Patonza".
Vi viene in mente un modo peggiore per iniziare la settimana? Mi si riempie il cuoricino di sconforto. Anche perché Gina La Patonza guadagna 4 volte il mio stipendio e, molto probabilmente, non subisce neanche l'impatto funesto del lunedìmmerda: Gina La Patonza il lunedìmmattina dorme. Poi va a lezione. E poi si infila nel suo budello nero lucido.
Io no.
Io, Valentina La Topina, affronto il lunedì e vado a lavorare.
Un po' mesta sì, ma con nel cuore la gaia certezza di fare una cosa così scarsamente mediatica che Ruggeri, ineccepibile musicista ma imbarazzante conduttore, non mi troverà mai.
Riflessione estemporanea: io sono una di quelle persone tacchine alle quali 29 euro e 90 centesimi suonano come 20 euro. E la cosa è esponenziale: cioè, una cosa che costa 99 euro e 90 centesimi, nella mia testa, ne costa 85 ed una che costa 999 euro ne costa poco più di 500.
Così, alla fine, mi becco le sòle.
Vedi la mia televisione.
Lasciando perdere l'elettrodomestico in sè, dal design così sovietico e poco accattivante, che farebbe accapponare la verniciata candida del Bestå dell'Ikea, è stato il connubio con il digitale terreste a peggiorare una già grave situazione.
Così, ho trascorso la domenica sera cercando di convincere il mio cervello a restare nella sua sede e a non scappare a gambe levate oltre confine.
La mia tv intercetta solo Italia Uno. La mia tv mi ha costretto a guardare Lucignolo.
Vi domanderete perché non ho aperto un libro, perché non ho fatto altro... Non potevo! Ero paralizzata! Paralizzata dalle vaccate!
Credevo che la conduzione di Mistero (altra pietra miliare del palinsesto televisivo italiano) da parte di Daniele Bossari -che se mangia altre due polpettine svedesi col purè e la marmellata di ribes fa un botto che neanche nell'agosto giapponese del '45- fosse immensamente riprovevole, ma avevo sottovalutato quella della bislacca e mal assortita coppia Ruggeri-Trentalance.
Credevo ingenuamente, infatti, che non ci fosse servizio peggiore di quello riguardante lo gnomo armato d'ascia che si aggirerebbe mietendo vittime in tutto il Sud America (???), ma sbagliavo. La bassezza morale ed il cattivo gusto che si perpetuano per due ore di trasmissione -più una di pubblicità- sono inarrivabili.
Così brutte e turpi che fanno il giro. E diventa impossibile spegnere la tv. Roba che, per un istante, Italia Uno mi fa dimenticare il fatto che manca pochissimo al lunedì e che io sto perdendo il mio ultimo preziosissimo tempo finesettimaniero a guardare, come lobotomizzata, un cantautore ed un pornoattore intervistare un giuovane fanciullo che studia economia e che, nel tempo libero, si veste da insaccato lardellato e si fa chiamare "Gina La Patonza".
Vi viene in mente un modo peggiore per iniziare la settimana? Mi si riempie il cuoricino di sconforto. Anche perché Gina La Patonza guadagna 4 volte il mio stipendio e, molto probabilmente, non subisce neanche l'impatto funesto del lunedìmmerda: Gina La Patonza il lunedìmmattina dorme. Poi va a lezione. E poi si infila nel suo budello nero lucido.
Io no.
Io, Valentina La Topina, affronto il lunedì e vado a lavorare.
Un po' mesta sì, ma con nel cuore la gaia certezza di fare una cosa così scarsamente mediatica che Ruggeri, ineccepibile musicista ma imbarazzante conduttore, non mi troverà mai.
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