Perchè la domenica è così vicina al lunedì e il lunedì è così lontano dalla domenica?
Vara che son problemi, eh!
Lunedìmmattina. Un assillo. Ma con l'età ho elaborato qualche accorgimento.
Ad esempio, io non connetto finchè non sento il gorgogliare della moka.
Ultimamente, quindi, ho affinato una tattica infallibile.
Ho cronometrato più volte il tempo di fuoriuscita del caffè dal momento dell'accensione del gas.
Poi ho fatto la media.
Così, la sera prima imposto due sveglie.
Alla prima mi alzo e barcollo fino alla cucina, accendo il fuoco sotto la moka e torno rapidamente (?) a letto, dove, puntualmente, mi riaddormento non appena il caldino lasciato pochi istanti prima si infonde di nuovo fino al cuoricino.
Otto minuti dopo, suona la seconda ed io mi sveglio con il caffè pronto.
Furbizia. Rischiosa furbizia.
Ma quegli otto minuti in più sono impagabili e fanno la differenza tra le 7.52 e le 8 in punto.
Una cosa che non sono mai riuscita a fare, invece, è prepararmi l'outfit la sera prima, sul servomuto.
O meglio, ci provo ogni volta, ma poi l'abbinamento che la sera prima mi era costato tanto impegno, al mattino, quando lo guardo con umore diverso e minore affabilità, non mi soddisfa più.
Così, ogni lunedì, mi ritrovo seduta a piangere innanzi ad un cumulo di vestiti nel quale non si distinguono più le magliette dai pantaloni (cosa che mi costringe a cercare di tornare a casa dal lavoro prima del rientro della mia dolce metà, onde evitare leziosi sms del tipo "☠#@*#☠! è forse esplosa una molotov in camera? hai lasciato una merda.").
Un'altra cosa a cui non mi sono ancora abituata riguarda il bagno della casa nuova.
A Trieste permangono, infatti, alcune tradizioni legate al periodo di dominazione austroungarica.
Tra queste, la separazione fra bagno di servizio e bagno da toletta.
In poche parole, la garbata divisione tra il momento della cacca e quello del bidè.
Così, mi ritrovo con un piccolo confessionale nel quale c'è solo la tazza ed un bagno più grande e ben fornito dall'altra parte della casa.
Ora, immaginatemi, con il già facile turpiloquio del lunedìmmattina, attraversare a culo nudo e braghe calate l'appartamento, arrancando verso l'agognato bidè.
Devo ammettere che, ad oggi, il disagio mi appare sopportabile e che per ora sono sopraffatta dai lati positivi di questa organizzazione domestica, la quale mi permette di insistere con il mascara e con il phon mentre Giorgio, dall'altra parte della casa, ridona alla natura, in intimità e in tutta calma, ciò che il suo metabolismo ha trasformato in aulenti mughetti.
Poi, però, penso al prossimo inverno e all'attraversamento del corridoio, con le terga scoperte ed il freddo che cerca di rallentare la mia corsa, e la cosa mi appare terrificante...
Ma di questo vi parlerò a tempo debito, se ne avrò l'occasione (lo so che ci sperate).
Per il momento mi accontento di concentrare il mio sfogo sul lunedìmmerda in generale.
Perchè so che voi, sì, proprio voi, siete lì. Non capite nulla del disagio di avere due cessi separati ma, come me, avete gli occhi impastricciati di sonno e di lacrime, semplicemente perchè c'è tutta una settimana davanti.
So che siete lì e che mi capite.
E mi pare di sentire la vostra pacchetta amichevole e rincuorante sulla spalla...
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