domenica 13 luglio 2014

Lunedìggesso

Nonna scusami.
Scusami ma stanno fioccando imprecazioni bruttissime da venerdì.
Vi sto scrivendo con una mano sola.
Venerdì, nel pomeriggio, mentre uscivo dal lavoro e già assaporavo il succoso e dolce gusto di un nuovo meritato weekend estivo, con la grazia che mi contraddistingue, stavo percorrendo la via che mi avrebbe inoltrata nel tramonto di un venerdì sera di gaiezza e serenità.
Sballonzolavo felice quando, ad un tratto, un invisibile ostacolo si è palesato sul mio cammino.
Sono maldestramente caduta in avanti e, per la prima volta, ho avuto la sufficiente prontezza di riflessi per salvare il mio apparato masticatorio ed il mio bellissimo nasino e mi sono aggrappata ad un paletto convinta di possedere la forza necessaria a sorreggere il mio peso leggiadro. Invece, ho torto il braccio ed è sceso il buio.
Io cado spessissimo.
Giù per le scale, per strada, dalle sedie. E state certi che se qualcuno avesse appena passato il mocio in corridoio io lì potrei rischiare seriamente la mia incolumità.
Cado spessissimo.
Un po' perchè -lo ammetto- sono rincoglionita.
Un po' perchè io ho i piedi troppo piccoli per la mia corporatura.
Avete presente i piedini fasciati delle geishe? Ok, loro sono dotate di una leggiadria che io non possiedo, quindi elaboro un paragone più calzante: io ho i piedi come quelli dei suini.
Solo che l'evoluzione ha reso i suini più saggi di me: loro ne utilizzano quattro su quattro per sorreggersi. Io no. Io cammino su due piedini porcini che non mi garantiscono un sostegno sicuro.
Così, venerdì, invece di ruzzolare per terra e, magari, strappare i pantaloni nuovi, mi sono rotta il radio.
Diagnosi piuttosto facile per l'ortopedico: "Lei ha subìto una frattura tipica delle signore anziane e degli sportivi più attivi", categorie che non mi rappresentano proprio benissimo.
Ho rotto il radio e fino al 18 di agosto mi porterò a spasso il mio nuovo amico bianco che renderà questi quaranta giorni una guerra da affrontare con un braccio solo.
Riguardo le ingessature, leggo: "La parte interessata subirà un assottigliamento fino al 30%". Imploro l'ortopedico di ingessarmi dalla testa ai piedi ma lui non mi dà retta.
Non mi ascolta neanche quando, in sala gessi, gli chiedo di rifinire i bordi del manicotto con del pizzo bianco. Dice che non sarebbe professionale, ma ammette di non aver mai ricevuto una simile richiesta. A me pare così strano...
Così ora sono qui, e vi scrivo con l'unica mano rimasta funzionale. La destra, grazie al cielo.
Il mio consorte non può credere di dover lavare i piatti e dovermi tagliare la ciccia a pezzetti per le prossime cinque settimane.
Ed io non posso credere di avere un braccino impanato con il caldo, l'estate e le ferie in arrivo.
Impreco, nonna, ma lasciami fare.
L'unica cosa che mi riesce bene è il saluto della Regina: quindi, agito elegantemente il mio cotechino imbiancato e vi saluto, in questo lunedìmmerdissima che più merdissima non si può.

"Porta in alto la mano,
segui il tuo capitano,
muovi a tempo il bacino,
sono Capitan Uncino."

(F. Facchinetti)




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