domenica 24 marzo 2019

Torbolissimamente lunedì

Nutrivo nei confronti degli studenti di quest’anno le stesse aspettative di un abitante di Caracas che va a denunciare il furto della sua bici.
E c’avevo ben ragione.
Sono in treno e sto tornando a Trieste con il solito sentimento di rompimento di maroni che viaggiare in treno comporta. Pensare che domani sono, di nuovo, alle prese con gli animaletti del terzo anno di Scienze e Tecnlogie biologiche non rende, quindi, più semplice il tutto.
Io ve lo dico: ogni tanto penso che siate stufi di me, che sarebbe meglio tornare a piangermi addosso per non seccarvi più le balle, ma poi, ogni volta, mi ferma qualcuno e mi pare sincero nel dirmi che questo piccolo spazio addolcisce il suo lunedì. Mai che addolcisca il mio, eh.
Volevo, inoltre, dire alla mia adorata zia Mimma che può sentirsi libera di commentare il post, nel caso in cui lo ritenga opportuno, anche se i miei lettori sono solitamente timidi.
Ma noi la timidezza non l’abbiamo mai provata, quindi...
Io e la zia ci scopriamo sempre più simili. Torbolissimamente simili. Tanto che preferiamo gli stessi pasticcini, quelli con la crema gialla e la glassa sopra. I dolcetti al cioccolato li mangiamo solo se sono gli ultimi rimasti o gli unici sul vassoio, ma sia mai che restiamo senza, sarìa ‘n pecà.
Quindi, zia, anche se ci guarderanno strano come succede quando ci troviamo nella stessa stanza e facciamo su un vaiont che travolge tutti anche chi non voleva essere coinvolto, sentiti, sempre, libera di commentare. Un bacio!

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