domenica 8 settembre 2013

Cinquecento lunedìmmerdoni

La settimana che mi si prospetta è di quelle che non ti lasciano neanche il tempo di leggere uno stupido blog dedicato al lunedì mentre fai la prima pipì del giorno.
Proprio per questo oggi è davvero un lunedìmmerdona di quelli da piangere. 
Da piangere sul serio.
Incastrato tra gli impegni di questa tremenda funesta settimana, però, rifulge di luce propria come un diamante enorme incastonato in una cacca di cane, un avvenimento mondano di eccezionale levatura che rilancerà la mia autostima di mezzasettimana verso l'olimpo dell'upgrade accademico: il test d'ingresso al primo anno di università.
Faccino mite da bravo soldatino, ma carogna spietata inside, come da tre anni a questa parte, mi sono fatta assoldare in qualità di controlloreaffinchènessunocopi.
Martedì, quindi, dopo aver presieduto il banchetto del controllo anagrafico, mi aggirerò - arcigna come un falco pronto a scendere in picchiata per sbafarsi rapace un cucciolotto dei più teneri- tra i banchi dei poveri sprovveduti puttini che sperano di fare i biologi nella loro futura esistenza.
Sì, lo ammetto: questa cosa mi conferisce un piccolo, transitorio ma non per questo meno veemente, senso di potere.
Fosse per me, però, applicherei delle rigide regole per una scrematura già all'ingresso. E cioè:
- No ai rincoglioniti: coloro i quali non riusciranno a pronunziare correttamente il proprio nome senza l'aiuto della mamma...anzi, coloro i quali si faranno accompagnare da uno qualsiasi della schiera del parentado, verranno bannati all'istante dal gioco del futuro (ricordo con amarezza i miei genitori allontanarsi in macchina, dopo avermi abbandonata come un labrador scodinzolante sulle scale di Piazzale Europa...).
- No ai rincoglioniti di tipo due, con i quali ho già avuto esperienza negli anni passati. Funziona così: solitamente a tentare l'ingresso al corso di studi sono circa cinquecento ragazzi che, all'ingresso, vengono convogliati verso gli sportelli allestiti per il controllo dell'identità in gruppi ordinati secondo un semplicissimo e apparentemente banale ordine alfabetico. Evidentemente la cosa è più complessa del previsto perché solo un 30% identifica al primo colpo il proprio sportello d'appartenenza. Per essere piu chiari, al banchetto che espone sul cartello sovrastante i cognomi 'Deretani-Gigetti' si presenterà sicuramente il signor Fighini che, non riuscendo a capire dove andare, si lamenterà del fatto che il suo cognome non compare sui cartelli (i cognomi qui utilizzati sono d'invenzione, nda). Vai tu a spiegargli perchè si trova allo sportello giusto! Sì, va bene, siete agitati, forse lo ero anch'io, ma dai, suvvia!
- No ai furbi: no agli spocchiosi ragazzini bulletti. No ai furbi...a meno che non offrano denaro.
- No a quelli che si inventano scuse poco plausibili per cercare di uscire durante le due ore di compito per rifugiarsi in bagno e smanettare con lo smartphone. Sì a chi cerca di uscire per un attacco di cagotto.
Dettate le mie regole, mi sorge spontanea una riflessione che, a contrario di sempre, non è una puttanana e, cioè, che una cosa è certa: quando si passa dal lato oscuro della forza, ci si dimentica un po' di com'era stare dall'altra parte, dalla parte dei buoni, dei giusti, dalla parte dei Minipony.
Quindi, cari ragazzi del 1994 (ussignùr!!), state tranquilli, pronunciate bene il vostro nome, portatevi la carta d'identità e in culo alla balena.
Lunedìmmerdona per cinquecento di voi.

Nessun commento:

Posta un commento