È lunedì.
E proprio come Jennifer Lopez, anch'io sono tutta impegnata con i mondiali di calcio.
(E proprio come Jennifer Lopez anch'io c'ho un deretano importante, ma questa è un'altra storia...)
È lunedì ed io, incompetente quanto basta, voglio fare come i giornalisti della Gazzetta dello Sport e, a seguito di un'imbarazzante sconfitta della nostra nazionale contro i più grandi produttori al mondo di banane e ananas, voglio stilare le mie personali pagelle.
Per ciascuno dei giocatori mi impongo, altresì, di verificarne l'identità su Google, in modo da sapere di chi sto parlando. Giurin giuretto.
Buffon: quattro meno meno. Antipatico come un pelo di culo tra i denti, abbandona quel pezzo di giovenca della Seredova con tanto di pargoli -dopo essersi assicurato di aver fornito loro nomi sufficientemente tamarri- per accaparrarsi un'altrettanto attraente conduttrice sportiva che ora, immagino, parlerà benissimo di lui in trasmissione: è un po' come se uno studente con il debito di latino cercasse di sedurre l'insegnante di lettere. Faccia da bassethound, dimostra il doppio degli anni che ha. Prende pure un gol dall'Uomo del Monte. Rabbiaerancore.
Abate: pettinato. Studio Line dell'Oreal, su quel biondo nordico, sortisce l'effetto desiderato dal suo hair-stylist, che applaude soddisfatto dalla tribuna ed è l'unico a sembrare felice. Biondo, però. Quindi, promosso.
Barzagli: ho guardato chi è su Google. Adesso mi è venuto in mente. Cercava, invano, di rincorrere un certo Campbell, che non credo fosse il reverendo di Settimo Cielo. E neanche la Naomi. Fosse stata lei, forse avrebbe fatto di più per starle dietro. Cancellatodallamente.
Chiellini: naso.
Darmian: fanciullino. A guardarlo, potrebbe essere mio figlio. E, come una madre, provo un senso di orgoglio nel momento in cui si convince, seppur inoffensivo, di poter riportare la situazione sul pareggio. Oliver Twist.
De Rossi: vitellone. Potrebbe giocare a cricket: lo troverei comunque figo. Sarà la barba e quelle braccia tutte timbrate, sarà l'appeal da boscaiolo nordeuropeo al sapor di cacio&pepe, sarà che ho un debole per i cattivi, ma, per me, è il migliore in campo. Manca solo la rucoletta. Manzo.
Candreva: carega? Dopo aver controllato la sua identità, scopro di aver fatto qualche apprezzamento su di lui. Non ho idea né di come abbia giocato né in che ruolo operi. Quindi non posso assegnargli un voto ponderato. Posso solo complimentarmi con la mamma. Sontuttebellelemammedelmondo.
Pirlo: il meno pirla. A scapito del suo cognome, Pirlone è proprio bravo. Riesce a fare quella cosa pazzesca di far andare la palla dove vuole lui. Penso a me stessa e al mio rapporto con il giuoco del calcio. Mi immagino, nel tentativo di calciare un pallone, sollevare una zolla di terra sufficiente per far sopravvivere il mal messo basilico del mio consorte per tutta la stagione estiva. Invece Pirlo pensa "adesso la lancio lì" e lì va la palla. Me lo vedo a casa sua, nella quotidianità del mattino, sereno perché in grado di sfilarsi le mutande fino alle caviglie per poi scalciarle drittedritte nel cesto della biancheria sporca senza toccarle con le mani. Acrobata.
Thiago Motta: gelato. Non capisco subito perché di Thiago Motta i commentatori ed i giornalisti sportivi utilizzino sempre nome e cognome, entrambi, come all'anagrafe. Poi mi viene una voglia incolmabile di Coppa del Nonno. E comprendo. Mi dicono abbia giocato male. Non me ne sono accorta. Maxibon.
Marchisio: applausi. Clap clap clap clap clap. Clap.
Balotelli: in una scatola di cioccolatini non sai mai quello che ti capita. Riconoscerlo in campo è facile: basta seguire lo sbrilluccichìo dell'enorme diamante che ha incastonato nel lobo sinistro. Ed è sempre quello che aspetta. Lui aspetta. Aspetta che gli passino una palla per poi tirarla forteforteforte dentro la porta. Boni tutti.
Cassano: adolescente. L'acne che lo affligge da quando è nato lo accompagna anche ai mondiali. Cerca di distrarre gli avversari spremendosi un brufolo, lo mostra orgoglioso e propositivo all'arbitro che, però, continua a preferire la schiuma da barba per segnare la linea della barriera sull'erba del campo. Usa topexan ad ogni lavaggio.
Insigne: guaglione. Ha la fisionomia tipica del discotecaro in canotta di rete e capellino di lurex dorato. Immagino abbia sempre l'elastico delle mutande con il marchio in vista. Di sicuro ha un'automobile ribassata, con lo spoiler e le lucine blu sotto i sedili. Wikipedia mi suggerisce che arriva a stento al metro e sessanta, eppure si atteggia da adone. Ma, d'altronde, ogniscarrafoneèbbelloamammasoja.
Cerci: chi?
Prandelli: mi rivolgo a te. Vedi di ripigliarti! Ho una collega uruguagia: non rendermi difficile la situazione lavorativa! Non trasformare il prossimo martedì in un lunedìmmerda di troppo! Prandelli, cerca di evitare il tuo cognome associato alla parola che in questo blog viene utilizzata di più. Si sa che, qui, un bel bisogno grande, altrimenti, te lo becchi.
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