Fortunatamente oggi è un lunedì non lunedì: è la festa della Res publica ed io ci dormo su.
Venezia.
Venezia è la città dell'ammmore vero.
Venezia è una città dove sembra che il tempo si sia fermato quel poco che basta per non farla sprofondare nelle acque verdastre -ma che paiono turchesi- della sua laguna.
Un matrimonio, quello della Serenissima con il suo braccio di mare che si svuota e si riempie, due volte al giorno, al ritmo cadenzato dettato dalla luna, che ieri è stato celebrato con il rito della Sensa e con il tradizionale scambio di un anello tra il Primo cittadino e la melmammerdosa del fondo del Lido.
Io, ieri, per altri motivi, mi trovavo proprio a Venezia.
Venezia è bella. Bella come sono belle le signore mature ed eleganti: Venezia è un gran bel milfone.
Venezia è un po' addormentata, nonostante i turisti cerchino disperatamente di farla rinsavire.
Lei è lì. Galleggia. Con i suoi ponticelli e le sue stradine che non compaiono neanche su Google Maps. Come una paperella nella vasca da bagno. Di quelle che fanno gnicchignicchi gnicchignicchi e tornano sempre alla stessa forma originaria se le schiacci.
Venezia, in culo alle previsioni, sarà lì per sempre.
Ero a Venezia per un convegno di biologi che si è meritato indiscutibilmente tutto il mio weekend.
Venezia, nuove idee, nuovi spunti. E amici ritrovati.
E un domani che non è lunedì.
Non mi sembra vero.
Ci manca solo la regolarità intestinale e poi, tutto questo, potrebbe quasi sembrarmi un sogno.
Un sogno di inizio weekend.
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