Poropò poropò pororoppoppoppopò.
Apro il blog di oggi con una citazione -la più poetica forse- tratta dal testo ufficiale dell'Inno di Mameli.
Poropò poropò pororoppoppoppopò.
Non sono un'assennata tifosa di calcio.
Non sono una sfegatata fanatica del pallone.
Anzi, non ci capisco niente.
È solo a metà del primo tempo che capisco se devo tifare per i blu o per i bianchi e in quale delle due porte devo sperare che entri il pallone.
Non seguo il campionato e non conosco i nomi dei calciatori, a meno che non siano al centro di qualche succulento gossip o non appartengano alla schiera di icone degli anni '90.
Trovo che i calciatori non siano altro che uno stuolo di tamarri, timbrati come le mucche di una stalla, pagati per parcheggiare macchinoni zarri in divieto di sosta in centro a Milano e per risultare borderline in qualsiasi test del QI venga loro somministrato.
Però, quando ci sono i mondiali -pororoppoppoppopò- dentro di me si risveglia qualcosa di sopito.
Così, mi ritrovo a discutere animosamente anche le decisioni del mister di squadre come l'Honduras.
Honduras che, solo ieri, ho individuato sul mappamondo.
Figuriamoci quando gioca l'Italia.
Adoro il clima che si crea durante le partite della Nazionale.
Adoro abbracciare il completo sconosciuto al mio fianco in un impeto di gioia da gol.
Adoro dire parolacce bruttissime supportata dallo stesso sconosciuto di cui sopra.
Adoro insultare pesantemente popoli per i quali, poco prima della partita, provavo massimo rispetto.
Adoro insultare l'arbitro. Quello più di tutti.
Adoro quel momento, labile, in cui, straordinariamente, tutti quelli intorno sono d'accordo con me.
Così, quando leggo il labiale di uno dei nostri azzurri e ne colgo il "poropò poropò pororoppoppoppopò" il mio cuore si riempie di rosso, bianco e verde.
E subito, dentro di me, succede qualcosa. Qualcosa che mi impedisce di storpiare il cognome di Pirlo, anche se sarebbe servito su un piatto d'argento. Qualcosa che mi impedisce di notare che l'hairstyle di Paletta (chi era Paletta fino ad un attimo fa?) non si addice ad un ragazzo della sua età. Qualcosa che distoglie la mia attenzione dalla notizia del flirt tra Buffon e quella topolona della D'Amico. Qualcosa che mi suggerisce che cos'è un fuorigioco...
Mi sale il tecnicismo. Mi sale il tifo. Vorrei una bandierina. Vorrei anche Marchisio.
E -poropò poropò pororoppoppoppopò- quasi mi dimentico che è già lunedì, solo perchè l'Italia ha vinto la sua prima partita in questo discusso mondiale carioca.
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