Anche questa volta.
Ce l'abbiamo fatta: è estate.
Inesorabile, è arrivata, accompagnata da un anticiclone di quelli ai quali i meteorologi della tv affibbiano nomi bislacchi riconducibili alla mitologia greca.
Inesorabile, è entrata dalla finestra ed ha seccato le mie piantine.
Ma, altrettanto inesorabilmente, ha scaldato il mio cuoricione.
Ora che è lunedì, però, mi trovo innanzi al tradizionale senso di indecisione che mi causa l'arrivo della bella stagione.
Da un lato ne sono davvero molto felice: le giornate lunghe danno l'impressione di avere a disposizione molto più tempo libero, il pranzo si prepara praticamente da solo (l'insalata verdeverdeverde si tuffa nel tupperware insieme al pomodoro senza neanche chiederglielo), le alici costano un euro al chilo, i vestiti non si stirano, l'acqua calda per il bidè mattutino assume un ruolo del tutto marginale (...non oso pensare a Piero Pelù, che, come è noto, si fa il bidè sopra i pantaloni di pelle...), il sole bacia i belli e secca le merde, vorrei un fiordifragola.
D'altro canto, se la settimana nella sua interezza assume dei tratti decisamente carioca, il lunedì diventa una tortura. Peggio del solito. Peggio di tutto.
È (...ho appena scoperto -sbagliando accidentalmente a pigiare i tasti- come fare la E maiuscola e accentata senza doverla cercare ogni volta tra i caratteri speciali! È! È! È!...) dura pensare di dover lavorare mentre fuori esplode, in una nuvola di vapor acqueo e fluido abbronzante al mentolo, la stagione che più belli ci fa.
Penso alla mia bellissima nonna che, in questo lunedìmmerda ardente, compie una cifra tonda di anni (che non dimostra, eh!). Penso a lei ed al fatto che, oggi, forseforse, una parolaccina, uno sproloquietto, un tettemerdacul, potrebbe scappare anche lei.
E con questo pensiero sorrido, mi stacco dal fresco del lenzuolo e mi avvio, nel sole, per affrontare il primo dei lunedìmmerda di un'estate che aspetta solo che sia già weekend.
Auguri nonna (ho controllato: sei nata di sabato!), con tutto il calore del mio cuoricione!
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