"È caduto il muro."
"Speriamo non si sia fatto male."
Venticinque anni fa cadeva il muro di Berlino.
Cadeva il muro che divideva a metà la città e la Germania intera e cambiava la storia dell'Europa.
Cadeva il muro ed era il 1989. Io stavo già discutendo per ottenere il ruolo di protagonista alla recita di Natale dell'asilo.
Cadeva il muro e come dargli torto, visto che a novembre non è mica l'unica roba che casca facilmente.
Era novembre.
Oggi novembre is the new aprile. Cioè, piove sempre. C'è un'umidità che neanche nella foresta pluviale ed io, in testa, c'ho un casco di banane.
Novembre mi piace come mi piace il lunedì.
È buio, umido, triste. Non per niente ospita la festa dei morti.
E il compleanno del mio consorte.
A proposito, vi riporto un divertente e storico dialogo tenutosi tra mia mamma e Giorgio, quando ancora eravamo una giovane coppia fresca e appassionata.
"E tu, Giorgio, quando compi gli anni?"
"Il 30 di novembre!"
"Uuuh! Che bello! Come il nonno Italo, il papà del Gianni!"
A quel punto s'intromette papà: "Marta, vara che l'Italo l'è mort el 30 de novembre..."
Sorrido amaramente e subito torno alla realtá.
Oggi è un umido lunedì di novembre: cosa potrebbe esserci di peggio?
Litigo con la spazzola arrotondata ed il phon, ma i grammi di vapor acqueo per millimetro cubo di aria hanno la meglio ed io esco di casa, triste sosia di maga Magò.
Mi avvio mesta mesta, in questa giornata che si prospetta già più difficile del solito.
Indosso, per di più, un paio di calze che ho comprato, nella frenesia di un weekend ricolmo di benessere e autostima, di una taglia in meno del solito: ecco, mi stringono in vita a tal punto che credo mi usciranno gli occhi dalle orbite. Mi conferiscono un aspetto iperteso, ma in realtá sto solo tentando di riprodurre quel trucco illusionista della donna segata a metá.
Giornata difficile, questo lunedìmmerda novembrino.
Venticinque anni fa cadeva il muro.
Oggi mi cadono le balle.
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